martedì 30 marzo 2010

L’insostenibile leggerezza del centrosinistra

L’insostenibile leggerezza del centrosinistra

di Giuseppe Giudice

Prendo a prestito dalla bella nota di Carolus Felix il titolo della mia breve riflessione.
Il risultato è nudo e crudo e credo non si presti ad interpretazioni di comodo.
Il centrosinistra esce duramente sconfitto tranne che in Puglia dove esso è egemonizzato da una cultura e da una prassi di sinistra non minoritaria.
Ho più volte messo in evidenza nei miei scritti come la crisi del centrosinistra venga da lontano e sta essenzialmente nel paradigma che era alla base dello stesso Ulivo e rappresenta la putrefazione del togliattismo; il pensare che la sinistra possa farcela se essa è subalterna al centro. Nichi Vendola è l’unico che con chiarezza e determinazione è stato in grado di ribaltare questo paradigma: una sinistra radicale nei valori e nei fini ma a vocazione maggioritaria ed innovatrice riesce a vincere e convincere in una regione tradizionalmente moderata e di destra. Quello di Nichi è il modello francese (adattato) che è l’opposto dell’Ulivo.
Il PD è in crisi grave ed irreversibile: è la deriva finale dell’ideologia ulivista. Un partito non-partito con una forte connotazione feudale incapace di delineare una identità ed un progetto.
L’ulivismo sposò il social-liberismo di Blair e di questa fuoriuscita dal socialismo ha fatto la sua ragion d’essere. Il gruppo dirigente post-comunista ha creduto di fondare sul puro antiberlusconismo il collante della coalizione senza esprimere nessun progetto di società alternativo ad esso. La sciagurata teoria delle “due sinistre” : quella che fa il “lavoro sporco” al governo e quella che fa casino nelle piazze, avallata sciaguratamente da Bertinotti (anche se quest’ultimo ha fatto autocritica seria su questo punto) ha fatto il resto e ha portato alla profonda crisi di Rifondazione. Fallita questa il PD ha puntato a coprirsi sul versante di una presunta radicalità con Di Pietro e Santoro. Ma questo è un radicalismo qualunquista (e con venature autoritarie), non esprime assolutamente una alternativa alla destra (i fa appello alla “destra per bene” ) speculare al berlusconismo (anzi lo rafforza).
La verità è che con il crollo dei due partiti storici della sinistra (PSI e PCI) il consenso operaio e popolare si è spostato verso una destra populista (sia nella variante berlusconiana che in quella leghista) andando a formare un pezzo consistente del blocco sociale che sostiene questa destra e che il centrosinistra non è assolutamene in grado di scalfire. Nel 1996 l’Ulivo vinse perché la Lega andò per suo conto.
Il social-liberismo dei DS prima e del PD poi (fuori moda nella misura in cui i partiti socialdemocratici europei lo stanno tutti rifiutando e stanno virando a sinistra) non era assolutamente di far scoppiare le contraddizione nel blocco sociale della destra. Anzi l’alleanza del PD con un parte dei poteri forti ha ancora più spinto a ricompattarlo. In più la presenza di Di Pietro ha allontanato dalla sinistra componenti libertarie ed antiautoritarie. Quindi l’Ulivismo ed i suoi derivati si sono caratterizzati per una subalternità al liberismo in economia e per una tendenza ad assecondare pulsioni autoritarie e poliziesche (alla Travaglio) nell’ambito di un modo totalmente sbagliato di combattere Berlusconi.
La Francia ci insegna (ed in futuro anche la Germania) che per battere la destra e costruire una organica alternativa ad essa occorre una sinistra forte ed unita ma guidata da una consistente forza socialista. Un socialismo autentico (alla francese ed alla Lafontaine) che rompe nettamente con il social-liberismo e rifiuta derive minoritarie ed archeologie ideologiche.
Come dicevo prima è quello che Vendola nel piccolo dell’esperienza pugliese ha tentato ed è riuscito a fare. Ma una rondine non fa primavera.
Vendola è un leader prezioso ma intorno a lui dobbiamo costruire un soggetto, un progetto ed una cultura politica forte e radicata. Dal PD non potrà venire nulla di buono. Esso è in forte crisi e si limiterà a giocare di rimessa sulla possibile crisi che potrebbe aprirsi nel PDL dopo il successo della Lega. E quindi dare la sua disponibilità ad un asse con Fini e Casini che a noi non interessa affatto ovviamente.
Se purtroppo in Italia il socialismo non riveste quel ruolo centrale non è solo colpa del PD(che è un partito che ha fondato in negativo-sul rifiuto del socialismo, la sua identità). C’è una responsabilità degli accattoni come Nencini che lo hanno sputtanato.
Oggi è ancora più importante ed indispensabile avviare la costituzione della Lega dei Socialisti per la Sinistra, al fine di partecipare al processo costitutivo di SEL , aggregare tutti i socialisti che credo si siano accorti di come il nencinismo abbia fatto sparire il PSI dalla geografia politica. Ma fornire anche a tutta la sinistra un contributo di pensiero, idee e lavoro politico.

PEPPE GIUDICE

L'insostenibile leggerezza dell'esserne ancora convinti

L'insostenibile leggerezza dell'esserne ancora convinti

di Carolus Felix

Anche queste elezioni stanno per essere archiviate, riflettendo a caldo sul loro esito, possiamo rilevare alcuni dati importanti.
Il primo è l’astensionismo, trasversale che ha penalizzato non soltanto uno schieramento, ma tutti i partiti, dimostrando la progressiva disaffezione degli italiani per una politica che li riguarda sempre meno e da cui traggono sempre minori vantaggi di ogni sorta, sia di carattere generale che personale. Direi che il 20, 30, talvolta persino il 40% di astenuti, dimostra ampiamente che per masse sempre più numerose di compatrioti, questo sistema ha bisogno di una vera e propria rivoluzione istituzionale, politica e sociale, per poter tornare ad essere maggiormente credibile. Il secondo dato è l’avanzamento della Lega nel centro oltre che nel nord; la Lega capitalizza un consenso basato su una politica del doppio binario che spesso coincide con il tutto e il suo contrario. Ad esempio, votare per le centrali nucleari e per l’acqua da privatizzare e poi negare l’attuazione di tali misure nelle regioni in cui essa governa. E’ in fondo una politica che ha un obiettivo preciso che è in fase di progressiva attuazione: l’erosione dei consensi al partito di Berlusconi in tutto il nord per contendergli il controllo delle regioni in cui l’assetto produttivo e anche la fonte delle sue ricchezze è maggiore, e quindi ottenere sempre maggiori vantaggi in termini di autonomia e di utilizzo delle risorse economiche nazionali a favore prevalentemente delle regioni da essa controllate. Il terzo dato è che il PD non ottiene alcun significativo risultato e anzi, perde alcune regioni proprio perché sbaglia per l’ennesima volta le candidature: la Bresso al posto di Chiamparino, il candidato “sceriffo” De Luca per niente popolare anche nel centrosinistra, figuriamoci se in grado di sottrarre consensi al centrodestra. Il PD dimostra ancora una volta, dalla sua nascita, una tendenza perdurante: non riesce a sottrarre consensi al suo principale antagonista e continua a farsi erodere i suoi da Di Pietro che consolida le sue posizioni. E’ dunque un partito che non riesce, nonostante l’elezione di Bersani, a produrre alcuna novità e quindi ad essere credibile nella costruzione di una concreta alternativa su scala nazionale. Il quarto dato, significativo, è la vittoria di Vendola, vicino al 50% dei consensi, un successo molto importante e doppio, considerando tutto ciò che lo ha preceduto. Una lunga campagna mediatica di diffamazione e denigrazione, con l’arruolamento dei più disparati pennivendoli della variegata compagine del servilismo giornalistico italiano, con le bordate e gli agguati e gli attacchi degli stessi alleati del centrosinistra, tutti sistematicamente respinti sino alle primarie, che lo stesso Nichi ha dimostrato di aver saputo superare di slancio e con pura poesia. L’insostenibile leggerezza dell’essere convinti di un progetto concretamente alternativo, fatto di vere iniziative a favore della gente e specialmente di quella più svantaggiata, gli hanno fatto vincere la guerra, nonostante ogni battaglia sembrasse potesse essere sempre sull’orlo della sconfitta, o giocata sul filo del rasoio, su di una ostinata “spes contra spem” Nichi ha aperto un “foco de guerrilla” nel meridione e lo ha consolidato, una guerrilla a suon di versi scherzosi, strette di mano, abbracci, baci, condivisione, comizi, e soprattutto cose, fatti concreti che hanno convinto, “arruolato” consensi che potranno ulteriormente crescere. E soprattutto con il suo piglio rivoluzionario e gentile ha scompaginato lo schieramento avversario, dimostrando che la pazienza e l’attesa al varco sulle decisioni cruciali risulta vincente rispetto agli accordi di vertice clientelari, predefiniti e soggetti alla logica padronale. Persino lo schieramento a lui avverso di fronte a questa apertura disarmante si è diviso ed è stato sconfitto. Nichi Vendola ora ha bisogno di un vero partito che abbia una base teorica su cui fondarsi e su cui impostare un racconto alternativo, sia per sfuggire al rischio del populismo, sia per evitare la personalizzazione di Sinistra Ecologia e Libertà: l’alleanza di forze politiche di cui, per ora, è solo il portavoce. Il suo nome ha giovato alla causa ma non ha portato un incremento significativo dei consensi, su scala nazionale a SEL che, comunque, si consolida al 3%, su posizioni analoghe a quelle delle precedenti elezioni europee, in cui erano presenti al suo interno anche il PSI e i Verdi. Questi ultimi scontano miseramente la loro defezione, non avendo ottenuto consensi degni di essere menzionati. Sono ormai vuoti, partitini “a perdere” In Italia continua a mancare un partito di solida tradizione socialista che possa aggregare i consensi e costituire da base di lancio per la costruzione di una seria alternativa politica su scala maggioritaria e nazionale, come nel resto d' Europa o in Sudamerica. Questo partito può essere però validamente SEL, se trova con Vendola, ma non solo, una solida base teorica ed un radicamento nel territorio che possa portarlo a competere su questioni cruciali come lavoro, acqua, servizi pubblici, scuola, bisogni concreti della gente, fino a contrastare altri partiti che si stanno radicando, anche se in maniera del tutto ambigua. (come la Lega appunto che su scala locale nazionale dice e fa tutto, e contemporaneamente il contrario di tutto su base locale). Vendola ha dimostrato invece che si può fare nel territorio il contrario di quello che viene imposto a suon di decreti dal governo e proseguire in piena coerenza, fino a farsi riconoscere, ad esempio, la validità della politica energetica e rinunciare a costruire centrali nucleari in Puglia. Ma estendere questo modus operandi su scala nazionale non sarà facile, per cui sarà opportuno che egli si dedichi in questi tre anni a “ramificarsi” e radicarsi bene da sud a nord, almeno se nutre ambizioni più grandi, come merita. Per quanto mi riguarda, credo che l’impegno futuro dei socialisti che desiderano far crescere una speranza concreta di “fare futuro” in Italia, senza regredire continuamente nel berlusconismo e nel municipalismo leghista, debba essere rivolto prevalentemente a sostenere SEL e l’impegno di Vendola, senza ulteriori ambiguità. Ultimo dato: la vittoria sul filo di lana della Polverini, che comunque, da quando sono emersi i primi dati che la vedevano alla pari con la sua avversaria, aveva già dimostrato di avere vinto, essendo costretta a correre zoppa, e non per colpa sua, evidentemente, ma per colpa di chi probabilmente nel PDL non aveva tanto gradito la sua candidatura “finiana”, causando, non so quanto involontariamente, quell’ “incidente di percorso” che aveva portato all’esclusione del simbolo del PDL nelle liste di Roma e provincia. Il suo miracolo, la Polverini, se saprà ben guardarsi intorno, si renderà conto di averlo compiuto più verso i suoi alleati che contro i suoi avversari. Una lode infine alla Bonino, per la sua correttezza e per la sua riservatezza, oltre che per il coraggio di essere scesa in campo, quando nessuno ha osato farlo nel centrosinistra, per il solito Horror vacui, o per meglio dire a causa dell’incapacità del PD di saper scegliere l’ennesima candidatura vincente. Ultimamente infatti in quel partito, sembra si sia più esperti nel sabotare eventuali candidati vincenti, che nel saperli scegliere. I nipotini di Berlusconi dovranno dunque rassegnarsi, non farà il nonno come ora fa, volente o nolente, Prodi. Berlusconi sarà infatti ancora onerosamente occupato a tenere sulle ginocchia milioni di italiani e a dondolarli per almeno qualche altro annetto in più. Anche se i flaconi di Viagra li terrà sotto chiave e li dispenserà cautamente soltanto il “senatur”.

ALCUNE CONSIDERAZIONI A CALDO - di Pierluigi Camagni

ALCUNE CONSIDERAZIONI A CALDO

di Pierluigi Camagni

Dopo i risultati elettorali, soprattutto come gli attuali che vanno comunque in direzione non certamente come quella auspicata, per lo meno non appieno, non sono uso pensare che gli elettori hanno sbagliato (in questo caso votando ancora un centro-destra che ha poco rispetto dello stato di diritto e che poco ha fatto di concreto a parte interessarsi dei problemi del premier e proprio leader), ma cerco di capire dove abbiamo sbagliato NOI. Perchè di fatto abbiamo ancora una volta sbagliato, e dico abbiamo come sinistra nel suo complesso. Poi sentiremo dire che questo non è vero, che c'è una inversione di tendenza, ecc. ecc., ma il dato di fatto è che la sinistra continua a non saper interpretare le esigenze dell'elettorato. Non solo non riesce neppure a proporre un programma per il futuro che possa essere di interesse. Non a caso l'astensionismo, diversamente da quanto avvenuto in Francia, non favorisce il centro-sinistra, ma il centro-destra, proprio perchè, per le considerazioni di cui sopra, grossa fetta di chi non va a votare è rappresentata da elettori di sinistra. Non solo, un fortissimo rischio viene se la sinistra si lascia coinvolgere nell'antipolitica, e lo dico alle compagne e ai compagni, ad esempio, del popolo viola, che ho imparato ad apprezzare nelle ultime manifestazioni. In contesto in cui si dice che la politica è tutto uno schifo, statene certi, è storicamente dimostarto, chi vince sarà la destra. Non dimentichiamo che Berlusconi è nato proprio sfruttando le contestazioni di mani pulite, con le sue televisioni costantemente fuori ai palazzi dei tribunali. Quella che dobbiamo costruire INSIEME, è una alternativa POLITICA al centro-destra. E in questo contesto, i problemi della sinistra continuano ad essere, da tre anni a questa parte, sempre quelli: IRRISOLTI. Sono quelli che, già nel febbraio dello scorso anno, il professor Lazar, in un'intervista all'Espresso, evidenziava in cinque punti. Il primo, la leadership: troppi presunti leader in contrasto tra di loro e ASSENZA del NUOVO, vedasi le sconfitte di Penati o di Loiero; così, a tuttoggi, se di leader e novità si deve parlare, vedo solo NICHI VENDOLA. Il secondo, la strategia: bisogna fare una scelta chiara tra opposizione dura o opposizione moderata, perchè, diversamente, si perde sia l'elettorato di sinistra e non si conquista l'elettorato moderato. La risposta in tutta Europa, tranne che in Italia, è stata la riscopertà da parte dei partiti socialisti e socialdemocratici della propria identità di SINISTRA. L'ha fatto l'SPD in Germania, l'ha fatto il Partito Socialista Francese (che non a caso ha vinto le elezioni) ed anche il Labour di Gordon Brown. Il terzo, le alleanze: se si vuole è un corollario del secondo, bisogna decidere se guardare a sinistra o al centro. E' l'errore che continua nel PD, anche con la segreteria Bersani, si vedano le vicende che hanno portato alle primarie in Puglia e all'alleanza con l'UDC. Anche qui, non a caso, la sinistra che vince in Francia è una sinistra che sceglie un'alleanza AMPLIA e PLURALE a SINISTRA. Il quarto, la socilogia elettorale: diceva Lazar «Votano il PD le persone che sceglievano il PCI un tempo, del centro Italia, legate a categorie precise del settore pubblico, istruite, che abitano nelle grandi città, hanno più di 50 anni e non vanno a messa.» Occorre recuperare il contatto con i ceti popolari che, come magari al Nord, si sentono non presidiati e si abbandonano a tentazioni leghiste. Con l'avvertenza però che i tempi sono cambiati e quel ceto medio che una volta votava a sinistra, si va sempre più assottigliando, con un indice di disparità economica che, in Italia, è tra i più alti d'Europa e dell'area OCSE, e dove la crisi finanziaria prima e le politiche ultra-liberiste del governo di centro destra (che liberali non sono, nonostante Belusconi rivendichi anche questa tradizione insieme a quella socialista, favorendo banche e multinazionali) ha messo ancora più in ginocchio. Il quinto, l'identità: vuole il PD essere un partito di sinistra? Si sono perse le elezioni in Abruzzo, poi in Sardegna, poi le europee, ora queste regionali, cosa dobbiamo aspettare ancora per affrontarle? Mi scuso con chi ha già commentato, ma vorrei aggiungere ancora qualcosa. La prima: non ho mai amato e continuo a non amare questo bipolarismo, ma mi sembra evidente che bisogni farci i conti. Chi ha provato a porsi fuori, non ha avuto alcun risultato. L'UDC, in definitiva, non convince e continua a prendere gli stessi voti sia che si presenti da sola, sia che si presenti con una o con l'altra delle coalizioni, senza essere determinante. Perde nelle regioni in cui la coalizione in cui si colloca è perdente e vince nelle regioni in cui si colloca in una coalizione che, comunque, sarebbe vincente. L'elettore ha bocciato anche la politica dei tre forni. Attenzione, però, ho parlato di BIPOLARISMO e NON BIPARTITISMO, cui Berlusconi e Veltroni ai tempi ci volevano condurre. Quello agli elettori non piace e, non a caso, nelle coalizioni premiano non i grandi partiti ma i partiti fortemente identitari e con una precisa proprosta politica (vedi, in tal senso, anche quello detto da Lazar). La seconda: ribadisco che a sinistra non vedo in termini di leadership, novità, proprosta politica nulla di nuovo e proponibile che non sia NICHI VENDOLA, ma bisogna anche dire che SEL non può ridursi alla Puglia e al sud. In Lomdardia, ma è un dato comune a tutto il nord e non solo, SEL ottiene l'1,4% contro il 2% delle europee e, anche se elegge un consigliere (a proposito, i miei più sinceri e affettuosi auguri all'amica e compagna Chiara Cremonesi), non si può certo dire che ottiene un buon risultato. Vero è che alle europee nella lista di SEL erano presenti anche verdi e socialisti che ora, presentatisi da soli, prendono rispettivamente lo 0,8% e lo 0,3%, ma questo fa pensare ancora di più anche agli errori commessi nel decidere le alleanze. Resta il fatto di un messaggio che al nord non convince, nonostante il traino, comunque importante, del "marchio" Vendola. Allora, a mio avviso, ha ragione Nichi quando dice: "sogliamoci tutti" e diamo avvio ad un nuovo cantiere della sinistra, perchè è fallito quello del PD, ma anche altri non sono messi benissimo. Torniamo alle criticità di Lazar, per provare a vincere, occorre: un FORTE LEADER (ribadisco, vedo solo VENDOLA), una forte IDENTITA' e una forte UNITA', che non significa partito unico, a SINISTRA e di sinistra (come fatto in Francia), un conseguente PROGRAMMA fortemente caratterizzato con al centro i grandi temi della sinistra (che rimangono anche quelli che preoccupano i cittadini), primo tra tutti il LAVORO.

lunedì 29 marzo 2010

REGIONE MARCHE - SPECIALE ELEZIONI REGIONALI 2010

WEB TV

Composizione consiglio regionale Marche

Composizione consiglio regionale Marche



Consiglieri proclamati Liste Circoscrizione




GIAN MARIO SPACCA Presidente della Giunta Regionale proclamato Eletto

MARCO LUCHETTI PARTITO DEMOCRATICO ANCONA

FABIO BADIALI PARTITO DEMOCRATICO ANCONA

GIANLUCA BUSILACCHI PARTITO DEMOCRATICO ANCONA

ENZO GIANCARLI PARTITO DEMOCRATICO ANCONA

ALMERINO MEZZOLANI PARTITO DEMOCRATICO PESARO E URBINO

VITTORIANO SOLAZZI PARTITO DEMOCRATICO PESARO E URBINO

MIRCO RICCI PARTITO DEMOCRATICO PESARO E URBINO

GINO TRAVERSINI PARTITO DEMOCRATICO PESARO E URBINO

SARA GIANNINI PARTITO DEMOCRATICO MACERATA

FRANCESCO COMI PARTITO DEMOCRATICO MACERATA

ANGELO SCIAPICHETTI PARTITO DEMOCRATICO MACERATA

ANTONIO CANZIAN PARTITO DEMOCRATICO ASCOLI PICENO

PAOLO PERAZZOLI PARTITO DEMOCRATICO ASCOLI PICENO

PAOLO PETRINI PARTITO DEMOCRATICO FERMO

ROSALBA ORTENZI PARTITO DEMOCRATICO FERMO

PAOLO EUSEBI ITALIA DEI VALORI ANCONA

LUCA ACACIA SCARPETTI ITALIA DEI VALORI PESARO E URBINO

PAOLA GIORGI ITALIA DEI VALORI MACERATA

MORENO PIERONI ALLEANZA RIFORMISTA ANCONA

LUCA MARCONI UNIONE DI CENTRO MACERATA

SANDRO DONATI ITALIA DEI VALORI ASCOLI PICENO

DINO LATINI ALLEANZA PER L'ITALIA ANCONA

VALERIANO CAMELA UNIONE DI CENTRO ASCOLI PICENO

MAURA MALASPINA DETTA ANTONELLA UNIONE DI CENTRO FERMO

ADRIANO CARDOGNA VERDI ANCONA



ERMINIO MARINELLI Candidato coalizione seconda classificata

GIACOMO BUGARO IL POPOLO DELLA LIBERTA' ANCONA

DANIELE SILVETTI IL POPOLO DELLA LIBERTA' ANCONA

GIOVANNI ZINNI IL POPOLO DELLA LIBERTA' ANCONA

MIRCO CARLONI IL POPOLO DELLA LIBERTA' PESARO E URBINO

ELISABETTA FOSCHI IL POPOLO DELLA LIBERTA' PESARO E URBINO

GIANCARLO D'ANNA IL POPOLO DELLA LIBERTA' PESARO E URBINO

FRANCESCO MASSI IL POPOLO DELLA LIBERTA' MACERATA

FRANCESCO ACQUAROLI IL POPOLO DELLA LIBERTA' MACERATA

GIULIO NATALI IL POPOLO DELLA LIBERTA' ASCOLI PICENO

UMBERTO TRENTA IL POPOLO DELLA LIBERTA' ASCOLI PICENO

FRANCA ROMAGNOLI IL POPOLO DELLA LIBERTA' FERMO

GRAZIELLA CIRIACI IL POPOLO DELLA LIBERTA' FERMO

ROBERTO ZAFFINI DETTO ZAFFO LEGA NORD PESARO E URBINO

ENZO MARANGONI LEGA NORD MACERATA



MASSIMO BINCI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA ANCONA

RAFFAELE BUCCIARELLI RIFONDAZIONE COMUNISTI ITALIANI ANCONA

domenica 28 marzo 2010

STEFANO TREGGIARI


Stefano Treggiari

49 anni, iscritto all’albo professionale delle guide alpine e accompagnatori di media montagna, si svolge attività di ricerca e consulenza in materia ambientale. È autore di diversi saggi sulla cultura marchigiana e sulle tradizioni popolari della nostra regione.


Scarica o leggi libro "I saperi nascosti dove dorme la neve" al seguente link: http://www.anthroposweb.com /SaperiNascosti/Default.html

http://photos-h.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash1/hs428.ash1/23698_1240857621484_1230607983_30561709_6060163_n.jpg

MASSIMO MONTALI

Massimo Montali 


Dipendente Cosmari, 40 anni, dal Luglio 2008 ha iniziato a battersi contro i rigassificatori sostendo la necessità di impugnare qualnque decisione in merito a tali impianti, già consigliere provinciale, per 5 anni rappresentante sindacale cgil, per 4 anni presidente associazione Piccola Porto Recanati. 

Un ultimo sforzo
Ragazzi è finita la campagna elettorale domani si vota, è stato difficile dove chi aveva solo la forza delle idee si è battuto contro chi ha fatto diventare questi giorni solo una cena e uno sperpero di denaro.
Riprendiamoci la nostra libertà, riprendiamoci il nostro tempo, facciamo ripartire i nostri cervelli, da qui a lunedì ivnitamo chi chi ci sta vicino a votare SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTÀ E A SCRIVERE "MONTALI" di fianco, così anche VOI potrete avere la parola nel consiglio regionale delle Marche,
Vi abbraccio tutti
Massimo Montali
Montali lancia una sfida:
Entro venerdì dichiarate quanto avete speso e chi finanzia !

Dopo che lo hanno fatto anche esponendi del PD e della Destra, ora posso sfogarmi e posso finalmente dire tutto quello che pensano i cittadini senza passare per il solito `populista´ a caccia di voti facili.
Se autorevoli candidati che sostengono Marinelli e Spacca si sentono a disagio a far parte di un sistema di porsi agli elettori a suon di euro, a maggior ragione posso che, facendo gruppo, con quattro soldi stiamo cercando di portare avanti i nostri valori, quelli di una sinistra che ha saputo governare ed esclusa per giochi di potere, che porterà Rossi ad un risultato sorprendente. Siamo sull´orlo del ridicolo, se non ai limiti del legittimo sospetto.
I cittadini, che stentano - quando non hanno già perso il lavoro - ad arrivare a fine mese, si sarebbero aspettati dalle due grandi coalizioni una campagna elettorale basata sul confronto progettuale. Invece, assistono rabbiosi ed indignati a risposte virtuali, fatti di faccioni immortalati ovunque, di spots costosissimi, di sedi elettorali in ogni dove e di cene luculliane offerte al proprio elettorato. Tutto cio´ è inaccettabile. Ci spieghino i vari c.d. "giovani" Comi e la "capponiana" Parrucci come e dove hanno trovato i 100-150milioni di euro che stanno spendendo.
Le spese sono enormi, eccessive e stridenti rispetto alla crisi che morde il nostro territorio. Siamo ai limiti dell´immorale! Già perché sembra di assistere ad un investimento sull´uomo che poi dovrà garantire un ritorno? Lanciamo oggi una sfida a tutti i candidati. Che dichiarino prima del voto quanto hanno speso e la provenienza dei soldi investiti nella campagna elettorale. Ricordiamo, tra l´altro, che ci sarebbe una legge sulla trasparenza delle spese elettorali.
Sarebbe utile che gli elettori conoscano tutto prima del voto e non dopo. Noi possiamo promettere solo il nostro impegno che mettiamo gratuitamente, anzi spendendoci del nostro. Ma non tutti potranno dire lo stesso.
Massimo Montali
Candidato Sinistra Ecologia Libertà - Macerata

Un motivo in più per votare Rossi 
e scrivere Montali di fianco a 
Sinistra Ecologia Libertà

La Destra sappiamo benissimo cosa è, 
ma come definire questi qui????

Estratto da un deplian elettorale di ANTONIO PETTINARI Segretario Regionale dell'UDC, candidato alla regionali in provincia di Macerata e attualmente vice presidente della Provincia di centro-destra di Macerata.
(inviato a tutte le famiglie)

“Perchè mi candido “per Spacca presidente(PD)”? No, non bastava che l'amico Gian Mario fosse – e sia – un uomo di provato spessore cattolico-democratico. Come noi dell'UDC. Avevamo un sogno, noi dell'Unione di Centro. La famiglia al primo posto. Addirittura con un assessorato regionale 'dedicato' con una politica connessa di sostegno economico-fiscale alla famiglia naturale ed un quoziente ad hoc. Volevamo poi anche un adeguato aiuto agli oratori parrocchiali che nell'educazione dei figli hanno sempre offerto aiuto alle famiglie. Ed una reale libertà di istruzione con il sostegno anche della scuola paritaria. Chiedevamo inoltre un nuovo ruolo per i vari territori provinciali, con scelte autonome sul piano sanitario. E vogliamo pure la riduzione dei costi della politica. C'era tuttavia un 'ma' all'alleanza con l'amico Spacca, mentre il PDL non appariva realmente interessato a realizzare il nostro programma che ha sempre rappresentato in queste settimane la 'conditio sine qua non' delle nostre scelte in campo. L'UDC pretendeva un'evidente discontinuità con la precedente amministrazione regionale.
A cominciare dalla sua stessa formazione con l'assenza delle forze della Sinistra, e se proprio vogliamo, possiamo aggiungere per comodità la denominazione di 'radicale' o 'estrema'. Spacca ha fatto proprio il nostro programma – che leggete in queste pagine insieme con qualche news che illuminano pariteticamente la mia doppia veste di segretario regionale IDC e di vicepresidente della Provincia di Macerata. Il Governatore si è fatto garante ed interprete delle sensibilità, delle intuizioni, del lavoro dell'UDC imprimendo un'effettiva svolta, un vero cambiamento rispetto al passato. Sì potevamo a quel punto 'starci'”.


FIORENZO MARZIALI

Fiorenzo Marziali

Nato ad Appignano l’8 Settembre del 1949, a 17 anni entra all’officina meccanica CMCM costruzioni meccaniche di Macerata ove vi lavora per 13 anni. Quasi subito si iscrive alla CGIL, a giugno del 1980 entra presso il Provveditorato agli studi di Macerata ove è rimansto fino al 30 giugno 2008, per andare in pensione. Per tutti questi anni, da iscritto alla CGIL-FP, è stato componente del direttivo e della segreteria provinciale.

CARLO ALBERTO GRAZIANI

Carlo Alberto Graziani

Carlo Alberto Graziani, attualmente professore nell’Università di Siena, ha insegnato dal 1978 al 2007 varie discipline giuridiche privatistiche (Istituzioni di diritto privato, Diritto civile, Diritto agrario) nell’Università di Macerata dove è stato anche Preside della Facoltà di Giurisprudenza e Direttore di Dipartimento. L’obiettivo principale del suo insegnamento è sempre stato quello di far ragionare gli studenti con la propria testa. Iscritto al PCI dal 1971. Deputato al Parlamento europeo dal 1986 (quando subentrò a Spinelli con la consapevolezza di dover continuare la sua straordinaria battaglia per la Federazione europea) fino al 1989. È stato Presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini dalla istituzione, nel 1993, fino al 2004. Lo sforzo maggiore della sua presidenza è stato diretto a coinvolgere le popolazioni nella vita del Parco e soprattutto a costruire prospettive nuove e importanti per e con i giovani del territorio. La sua grande passione – qualcuno malignamente dice: l’unica vera passione – è la montagna, dalla quale ha appreso la grande lezione dell’amore per la natura.
Sinistra Ecologia e Libertà per il lavoro di tutti

Mentre la crisi continua a produrre i suoi effetti devastanti sulla cittadinanza, i partiti che si presenteranno alle elezioni regionali del prossimo 28 e 29 marzo parlano di sperimentazioni, politicismi e diatribe tattiche.

Sinistra Ecologia e Libertà vuole mettere al centro della propria azione politica tematiche concrete, a partire dal tema fondamentale su cui si dovrà confrontare il governo della regione: L'uscita dalla crisi, il reddito sociale e la nuova politica industriale.

Ne parliamo sabato 13 marzo 2010 alle  11.30  a Macerata  presso il  Caffè Venanzetti, sala Frau, con:

Franco Giordano - Comitato scientifico nazionale SEL
Valerio Calzolaio - Comitato scientifico nazionale SEL
Carlo Alberto Graziani - Docente di Diritto Privato, candidato alle elezioni regionali con SEL

La cittadinanza è invitata a partecipare.

ANNA CIMARELLI

Anna Cimarelli

Indipendente. 45 anni, sposata, due figli liceali, vive a Tolentino e lavora all’Università di Macerata, al Dipartimento di ricerca linguistica, letteraria e filologica. Svolge attività sindacale con la FLC CGIL e dal 2004 è componente delle Rappresentanze Sindacali Unitarie dell’Ateneo. Già consigliere di Amministrazione dell’Università di Macerata e Assessore alla cultura, turismo, scuola, decentramento e Consiglio Comunale dei ragazzi del Comune di Tolentino, svolge attività politica all’interno di movimenti e liste civiche dal 1994. È attualmente Consigliere Comunale a Tolentino per la lista civica “Gente Comune”. Il mio impegno per: Investire nella scuola e nella formazione per creare le prospettive di uno sviluppo sano e durevole, per promuovere il benessere sociale e una società inclusiva e solidale. Sostenere la cultura per la promozione dell’individuo, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico. Salvaguardare la salute pubblica a partire da un ambiente più sano. Puntare sull’innovazione e sull’economia della ‘filiera corta’. Promuovere la difesa dell’ambiente per migliorare la qualità della vita. Sì alle energie rinnovabili, no al consumo del territorio. Più trasporti pubblici e più possibilità per i giovani di spostarsi facilmente per studiare e formarsi, per favorire gli scambi sociali e culturali, per promuovere una società più aperta e ricca di stimoli ed opportunità.


Un nuovo modo di governare.
Il nuovo governo della Regione dovrà sancire la fine dell’autoreferenzialità della conduzione politica. L’allentarsi dei meccanismi democratici, la corruzione e persino le collusioni mafiose che tornano a interessare il contesto italiano sono il risultato degenerativo di un modo di fare politica che si è allontanato dai bisogni delle persone e in particolare delle fasce più deboli della popolazione. Occorre portarsi sul piano della concretezza e del rapporto diretto e costante con i cittadini, recuperare la consapevolezza, in chi governa, di esercitare una delega non una potestà. In questa ottica la struttura amministrativa regionale dovrà saper rispondere alle esigenze di trasparenza dell’azione di governo, è indispensabile che la complessa macchina burocratica evolva in una organizzazione al servizio del cittadino. L’azione di governo dovrà condursi nella forma integrata e non operando per settori separati, nella consapevolezza che interventi a favore della compatibilità ambientale possono avere un positivo impatto sulla economia e, viceversa, politiche di incentivo a particolari settori possono portare ricadute importanti sul piano sociale e ambientale.

Difesa del l lavoro.
Le trasformazioni normative che interessano il mondo del lavoro sono tese ad una contrazione dei diritti dei lavoratori e alla precarizzazione. Vi è arretramento rispetto alle principali conquiste sindacali degli ultimi decenni e soprattutto è in discussione il diritto stesso al lavoro. Ciò si traduce nel dramma di quanti sono espulsi dal mondo del lavoro in età avanzata e non trovano alcuna possibilità di reinserimento, nella fattiva inaccessibilità al lavoro dei giovani se non in modalità di precariato, spesso configuranti veri e propri fenomeni di sfruttamento. Su questi versanti occorre produrre un impegno eccezionale con azioni a tutela del lavoro, con il monitoraggio e l’intervento nelle situazioni aziendali critiche, prima che si inneschino processi degenerativi irreversibili, con l’attivazione di dinamiche virtuose che mettano a disposizione del sistema-lavoro servizi innovativi, con una politica degli incentivi alle imprese e all’artigianato che sia strettamente correlata alla creazione di occupazione stabile e all’innovazione.

L’impegno pubblico nella Scuola, nell’Università, nella Sanità.

Scuola
I profondi tagli apportati nei settori della scuola e dell’Università dal governo di centrodestra hanno determinato uno stravolgimento del sistema della scuola pubblica, togliendo qualità e quantità all’insegnamento e quindi alla diffusione dei saperi. Il risultato è la progressiva diminuzione del tempo scuola, classi numerose, tagli al sostegno e alle politiche di inclusione scolastica, la spinta verso schemi educativi dal forte contenuto ideologico, per altro del tutto distanti dagli standard di qualità indicati a livello europeo. In questo contesto il governo regionale è chiamato a farsi carico delle aree di intervento lasciate scoperte dalle recenti ‘riforme’ e a temperare le conseguenza negative che l’impatto della riforma della scuola primaria e di quella secondaria è destinato ad avere. Dovrà impegnarsi sull’ampliamento dell’offerta formativa, sul sostegno alla mobilità internazionale degli studenti, sul potenziamento degli interventi a favore del diritto allo studio, su programmi di collaborazione tra scuola e mondo del lavoro, con la finalità di accompagnare i giovani laureati o diplomati verso le professioni e l’impegno lavorativo attraverso programmi di tirocinio e di inserimento all’interno delle realtà produttive e del settore terziario del territorio.

Università
Le Università marchigiane vivono una fase complessa e in taluni casi difficile. Le dimensioni contenute e l’indirizzo umanistico che in parte le caratterizzano rappresentano elementi di debolezza in un panorama, anche in questo caso, di interventi legislativi volti a tagliare, “razionalizzare” contenere. La regione può offrire un impegno concreto in due direzioni. Da un lato il sostegno attraverso il rafforzamento degli interventi per il diritto allo studio, i finanziamenti alla didattica e alla ricerca, la creazione di programmi di collaborazione che coinvolgano il mondo produttivo, gli ordini professionali, le realtà del no-profit e del volontariato sociale, ambientale e culturale. Dall’altro può focalizzare sull’utenza universitaria e sui territori interessati interventi di potenziamento dei servizi pubblici, in primis quello dei trasporti, attraverso la realizzazione di servizi dedicati e l’implementazione di quelli esistenti.

Sanità
Il diritto alla salute è un diritto primario. La presenza del servizio sanitario pubblico ha conosciuto nel nostro territorio un ridimensionamento dei presidi ospedalieri a favore di strutture sanitarie complesse. L’azione intrapresa, volta in primis al contenimento della spesa sanitaria, non ha conseguito tutti gli obiettivi che si prefiggeva. A fronte di cospicui investimenti sulla tecnologia diagnostica - in taluni casi probabilmente più attenta a esigenze di 'immagine’ che non di effettiva soluzione di problemi - non c’è stata una crescita dei servizi tale da coprire il fabbisogno dell’intera popolazione. In presenza di una popolazione che invecchia, le liste di attesa infinite, l’indisponibilità dei servizi sanitari nella misura necessaria, i pronto soccorso intasati, la scarsità delle risorse destinate ai programmi di prevenzione delle malattie a più alta incidenza, unitamente alla cronica penuria di sostegno alle famiglie dei malati, costituiscono le priorità da affrontare e risolvere con risposte concrete, a favore anzitutto dei più deboli.

L' acqua, un bene pubblico.
Il governo regionale, al pari e insieme alla società civile e agli amministratori locali, deve essere impegnato in una azione forte e coerente in difesa dell’acqua pubblica. Tutte le energie vanno mobilitate e tutti gli strumenti normativi a tutela di questo bene adottati.

Ambiente e salute pubblica.
Sul versante della gestione dei rifiuti si deve coraggiosamente puntare all’obiettivo del 100% del riciclaggio e al contempo incoraggiare ed incentivare le politiche di contenimento della produzione dei rifiuti, promuovendo stili di vita alternativi e compatibili con il mantenimento dell’integrità del territorio e con la tutela della salute pubblica. Si deve intervenire con strumenti efficaci per tutelare la salute dei cittadini nei centri abitati assediati dallo smog e dalla prossimità di insediamenti produttivi insalubri. Occorre attuare politiche di rigore per prevenire i fenomeni di inquinamento e garantire standard di vivibilità elevati in tutto il territorio regionale.

Welfare e sostegno alla famiglia.
E’ indispensabile sottrarre il tema del 'sostegno alla famiglia' alla retorica vuota e trita in cui esso è precipitato negli ultimi anni, senza per altro che alla lotta ideologica intrapresa da certe parti politiche seguissero i fatti di un concreto intervento. Al contrario si è assistito alla progressiva riduzione del tempo scuola e al deperimento dei servizi scolastici di ogni ordine e grado, mentre il welfare è stato scaricato sulle spalle degli enti locali che, nei casi più virtuosi, hanno dovuto impegnare consistenti fette del proprio bilancio nel mantenimento dei servizi attivati, in primis a favore degli anziani. Questo quadro rende palese la natura propagandistica delle affermazioni ‘a sostegno’ della famiglia, la quale è invece fortemente penalizzata, al pari di ogni singolo cittadino, dal contrarsi dello stato sociale e dell’intervento pubblico nei servizi sociali fondamentali. Questo trend deve essere invertito con urgenza, tanto più in presenza di una crisi economica lunga e difficile come quelle attuale.

Potenziamento trasporti pubblici.
Il tema della riconversione della linea Civitanova Albacina in metropolitana di superficie rappresenta una grande opportunità per il territorio in termini di sviluppo, di attenzione all’ambiente, di potenziamento del servizio pubblico a favore in particolare di studenti e lavoratori pendolari. Una efficace rete dei trasporti pubblici può contribuire all’affermarsi di una fattiva cooperazione intercomunale sui versanti più disparati, con sicuri benefici sul piano economico, dei servizi e su quello socio-culturale.

Cultura.
Le politiche di promozione della cultura vanno completamente rifondate e rifinanziate secondo criteri di autentica valorizzazione delle potenzialità esistenti sul territorio e con la finalità di curare la promozione umana e sociale dell’individuo. La drammatica congiuntura economica non deve costituire l’ennesima e – stavolta si! – esiziale giustificazione per proseguire sulla strada da tempo intrapresa della riduzione dell’intervento pubblico, della mercificazione dei fatti culturali e del patrimonio storico artistico. Vi è la possibilità di tradurre la cultura e le tradizioni del nostro territorio nelle ragioni di un rilancio e della ripartenza del nostro tessuto socio-economico. Si deve agire per una promozione della cultura che sia rivolta a interventi diffusi e a programmi di rete e che superi la cristallizzazione attuale dei finanziamenti. Occorre puntare alla valorizzazione del patrimonio storico artistico e ambientale con l’adozione di linee guida standardizzate e a garanzia della tutela e del corretto utilizzo dei beni.

Anna Cimarelli
Consigliere Comunale Gente Comune

Candidata Consigliere Regionale per Massimo Rossi Presidente nelle liste di Sinistra Ecologia e Libertà

MAURO CICARE

Mauro Cicarè

Grifo, Heavy Metal USA, Global Magazine, Il Falcone Maltese, Art. 1, Il Caffè Illustrato, Panorama Economy, Motel, La Repubblica e realizzato diversi libri di illustrazione e fumetto tra cui Fuori di Testa (Editori del Grifo,1993), Le forbici di Paolino su testi di Vincenzo Mollica (Edizioni Di, 1999), Quasi (Edizioni Di, 2001), Fellini Sognato (aa.vv. - Grifo Edizioni, 2002), L’enigma del condominio (Nicola Pesce Editore, 2007), Antologia Monstars 1/2/3 (aa.vv. - Nicola Pesce Editore, 2007/008), La partita, con un testo di Ascanio Celestini, (Editrice Tricromia Illustrator’s International Artgallery (2008), Zero Tolleranza (aa.vv. - Becco Giallo, 2008), Eddy Mano Pesante (Nicola Pesce Editore, 2009), Dupa Grave et la chatte Mimine (aa.vv. Ed. la Débrouille, France, 2010). Come illustratore ha collaborato con varie case editrici tra cui Utet Librerie, Tecniche Nuove, Giulio Einaudi Editore, Feltrinelli Editore, e ha illustrato copertine di libri per Paolo Nori, Ermanno Cavazzoni, Stefano Benni, Eduardo Mendoza, Manuel Vàzquez Montàlban e altri. Anche in ambito musicale con copertine di dischi, videoclip e illustrazioni per The Gang e Lucio Dalla. Inoltre ha disegnato, per Telecom Italia, una serie di schede telefoniche da collezionismo dal titolo I Miti del mondo. È stato ideatore, e per cinque anni docente, del Laboratorio di Fumetto di Civitanova Marche (il primo Laboratorio sul fumetto delle Marche).

Incontro con Mauro Cicarè sulle questioni della cultura nelle marche.


Mercoledì 17 marzo 2010 ore 21.15 - 23.00 Presso la Libreria Arcobaleno, C.so Umberto I°, 180 Civitanova Marche
"Sono convinto che una buona politica culturale possa determinare anche una buona cultura politica. E viceversa. Se siamo nell'era della bruttura politica è anche perché quella della cultura non è migliore".

  
Mauro Cicarè, candidato consigliere alla regione per Sinistra Ecologia Libertà.






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