
ANCONA, 19/02/2010 - Il ruolo dell’Unione democratica per le Marche nella prossima legislatura dipenderà dal peso della coalizione in Consiglio regionale e dal rapporto con il Pd in campagna elettorale. Massimo Rossi, candidato di Rifondazione, Comunisti e Sinistra Ecologia Libertà, parla di programmi e contenuti e torna sulle vicende che hanno visto la scissione del centrosinistra «in un centro e una sinistra», per usare le parole di Savelli (Rc), Mentrasti (SeL) e Bucciarelli (Pdci). Ma è inevitabile che lo sguardo sia rivolto al futuro. Quanti consiglieri può esprimere la nuova coalizione di sinistra? Tre o quattro, secondo i ben informati. Non pochi, un peso che potrebbe essere determinante – in caso di vittoria di Spacca - per aprire un nuovo dialogo con il centrosinistra. Dialogo che Ucchielli non ha mai chiuso, proponendo di «ragionare con l’estrema sinistra sugli incarichi istituzionali». Dunque assessorati e presidenze di commissione. «Non ci interessano le lusinghe istituzionali spiega Rossi E se le forze che mi sostengono lo avessero voluto, credo che avrebbero fatto un piccolo sforzo per restare dentro la coalizione». Ma poi apre: «La nostra disponibilità a lavorare insieme è legata ai contenuti e al comportamento della coalizione di Spacca in campagna elettorale». Eccolo Massimo Rossi, fiducioso che questa Unione democratica per le Marche possa continuare nel tempo e non essere solo espressione di tre diversi partiti. Ne è garanzia il completo accordo sul programma basato su «intervento pubblico nelle crisi industriali, misure di sostegno al reddito, salvaguardia del piano energetico puntando sulle fonti rinnovabili». «Sono abituato a chiedere consenso per le nostre idee e sono abituato a raccoglierlo», dice. Il simbolo scelto da Rossi è un cerchio rosso con la scritta Unione democratica per le Marche, un richiamo a «unità e democrazia», perché «chi ci ha sempre randellato sul tema dell’unità oggi se la mette sotto i piedi». Il Pd dice il voto a Rossi non è un voto utile, perché Rc, Pdci e SeL non potranno mai vincere, dato che i sondaggi li danno sotto al 10%. Rossi replica: «Per me il voto si da a un obiettivo, a un progetto concreto per far vincere un’idea di futuro. Votare il Pd è come firmare una cambiale in bianco». Le frizioni con il Pd sono state il leit motiv della conferenza stampa. Ai Democrat, in particolare al segretario Palmiro Ucchielli, la sinistra addebita la responsabilità della nuova alleanza con l’Udc, anche se Spacca, il governatore uscente e ricandidato, «non è stato certo solo un notaio», dicono dall’Unione. «Le Marche sono la prima Regione in Italia ironizza il segretario del Prc Marco Savelli a superare il bipolarismo, perché le coalizioni sono tre: una di centro, una di sinistra e una di centrodestra». «Le Marche incalza il coordinatore regionale di SeL Edoardo Mentrasti costituiscono un laboratorio in negativo, perché non c’è Regione in Italia che abbia visto l’esclusione della sinistra. Ma ammonisce non sarà facile per nessuno inchiodarci in un angolo e presentarci come quelli fermi al 400 avanti Cristo, come ha detto Ucchielli» («A parte il fatto - chiosa Savelli - che nel 400 a.C. Atene era all’età dell’oro»). «Noi rimarca il presidente dell’Assemblea legislativa Raffaele Bucciarelli, Pdci le decisioni le prendiamo nelle Marche, non a Roma. Questa non è una terra di esperimenti, ma di uomini e donne». Ne conviene anche Rossi, citando Spacca: «Lui parla di testare questa nuova coalizione, come se i cittadini fossero cavie. Bisogna rifiutare l’idea di laboratorio dall’alto, la mia candidatura è un tentativo di costruire un laboratorio dal basso».
Nessun commento:
Posta un commento