domenica 25 luglio 2010

Vendola: "Posso essere l'Obama bianco ho già spiazzato i cecchini dei dossier"

Il Governatore pugliese e leader di SeL: spariglierò il centrosinistra. "D'Alema dice che ci sono politici - poeti migliori di me? Una cosa è sicura: i prosatori del Pd dovranno pur fare un rendiconto, visto che il loro genere letterario ha portato solo sconfitte.

di GOFFREDO DE MARCHIS - http://www.repubblica.it
Vendola: "Posso essere l'Obama bianco ho già spiazzato i cecchini dei dossier" Nichi Vendola.

ROMA, 25 luglio 2010 - Se lo paragonano a Barack Obama, se lo chiamano l'Obama bianco, non si schermisce: "È una definizione sconfinatamente lusinghiera. Il presidente americano ha rappresentato la corsa di un outsider. Ha sparigliato nelle primarie, come vorrei fare anch'io, i giochi di palazzo del grande partito democratico. Ha usato un suo svantaggio apparentemente incolmabile, il fatto di essere nero, di venire da una certa periferia, capovolgendolo in un elemento di consenso". Nichi Vendola prende molto sul serio la sua candidatura a leader del centrosinistra. E non lo fa certo da solo. Per dire: mercoledì sera a Roma c'erano più di tremila persone sedute sul prato ad ascoltare il suo dibattito alla festa di Sinistra e Libertà.


Presidente Vendola, perché ha lanciato la sfida così presto, "fuori contesto" dice Bersani? Non è anche un tradimento al mandato pugliese ottenuto appena 4 mesi fa?
"Per me era importante rendere esplicita questa opzione che se posso dirlo non è solo una mia libera scelta, ma espressione di una connessione sentimentale con un popolo. Ed è un impegno che esalta il mio lavoro in Puglia. Il contrario di una fuga. Era anche importante farlo perché altrimenti una candidatura che cresceva nelle cose e nelle piazze ma che io non ufficializzavo mi esponeva a essere facile target per i cecchini. Mi sono fatto un po' le ossa e so che la lotta politica si può fare con i dossier, i gossip, la diffamazione. Una candidatura esplicita ridimensiona questi rischi. Oggi infatti renderebbe evidente il carattere strumentale di certi attacchi, come è successo nelle primarie pugliesi. Allora, il tentativo di coinvolgermi in un'inchiesta assurda incontrò una reazione straordinaria della gente".

Sta dicendo che il centrosinistra potrebbe fare a lei quello che il Pdl ha fatto a Caldoro in Campania?
"Io parlo della cattiva politica, che sta dappertutto. A sinistra e a destra".

Non la spaventa la definizione di Obama bianco, che alcuni usano con sarcasmo?

"Mi lusinga. Quando la politica diventa un incontro forte con la vita e con le sue domande allora si ha davvero la percezione che sia il campo dell'alternativa. È l'ingresso del principio speranza di Ernst Bloch, è l'utopia di Altiero Spinelli capace di immaginare al confino il manifesto del federalismo europeo. È uno sguardo sul futuro. Così è andata in America".

Ma questa è l'Italia.
"In Puglia ha funzionato, può funzionare in tutto il Paese. La Puglia è uno dei laboratori della destra, è il luogo del tatarellismo. Qui non ho sconfitto una destra qualunque, ma una politica con una classe dirigente qualificata".

Cosa vuole dire quando parla di nuovo "racconto", di una diversa "narrazione"? D'Alema ironizza su queste suggestioni.

"Non parlo di letteratura, non penso mica a Cesare Pavese. Vuole un esempio concreto?".

Sì.
"Quando una parte del Pd ipotizza che per battere Berlusconi si può fare un governo con Tremonti ferisce a morte la possibilità di uno sguardo autonomo, di un pensiero originale. Tremonti ha trasformato l'Italia in uno stato sudamericano, ne ha fatto uno dei Paesi più squilibrati socialmente e più ingiusti al mondo. Ma il ceto politico vive dentro il Palazzo e cerca le forme dell'estromissione del sovrano senza rendersi conto che il punto è mutare la cultura del regno".

D'Alema dice che se la politica è poesia, beh ci sono poeti migliori di lei...

"Una cosa è sicura: i prosatori del Pd dovranno pur fare un rendiconto di questi anni visto che il loro genere letterario ha portato solo sconfitte".

L'unico ad aver battuto due volte Berlusconi è stato Prodi. Un personaggio molto diverso da lei, un moderato.
"Prodi ha rovesciato alcuni modelli di lotta politica. A me piaceva il tono elevato del suo discorso antipopulista. Mi piaceva la costruzione di una leadership per strada rompendo l'autoreferenzialità del ceto politico. Per me è un esempio da guardare con molta attenzione. Ma non c'è un prototipo e l'idea che si vince solo giocando al centro è davvero fuori tempo e fuori contesto. Appartiene al cinismo che tanto affascina il Palazzo ma ha il difetto di partorire insuccessi a ripetizione. È l'espressione di una straordinaria inadeguatezza culturale".

La Fiat dopo Pomigliano porta la fabbrica in Serbia. La sinistra ha reagito bene?

"Marchionne è uno dei protagonisti della cattiva globalizzazione per cui si mettono in competizione 2 miliardi e mezzo di operai dei Paesi emergenti e 1 miliardo e mezzo di operai dei Paesi occidentali. Una competizione la cui logica conseguenza si chiama schiavismo. In forma moderna, ma schiavismo. La destra fa il suo mestiere: difende l'accordo di Pomigliano, esulta al Senato quando si licenziano i lavoratori di Termoli. Questo è il loro racconto. E quello della sinistra? Il Pd ha prodotto o imbarazzanti e imbarazzati silenzi su Pomigliano o delicati rimbrotti metodologici sul trasferimento in Serbia".

Alla prima uscita da candidato ha definito eroe Carlo Giuliani mettendolo sullo stesso piano di Falcone e Borsellino. Un errore grave, no?
"Per fortuna esiste Youtube, esiste il sito www.lafabbricadinichi.it. Si può vedere e toccare con mano. Non ho mai messo Giuliani sullo stesso piano di Falcone e Borsellino. Ma ricordare cos'è stato il luglio del 2001, la sospensione della democrazia che ci fu a Genova, mi pare doveroso. Le cricche dello squallore agirono anche alla Diaz e a Bolzaneto e appartengono alla storia verminosa e oscura di un potere violento. Si può dire questo o è vietato?".


lunedì 19 luglio 2010

Messaggio di Nichi Vendola per il congresso del PSI

Care Compagne ,Cari Compagni,

Sono sicuro che sentite anche voi come me crescere ogni giorno di più il bisogno di alternativa in questa nostra Italia di oggi.
Il bisogno di una nuova moralità verso le istituzioni offese, di una nuova civiltà tra le persone a cui è stato tolto il rispetto, di una nuoca economia di fronte alla crisi globale che ci consegna, come in uno specchio rovesciato, gigantesche povertà da una parte e giganteschi arricchimenti dall’altra. E il bisogno di una nuova politica, che sia forma reale di democrazia, che spinga l’individuo ad uscire dall’angolo di quella “sola moltitudine” in cui ora si ritrova e lo faccia diventare popolo, soggetto protagonista del proprio umano destino. E una politica che produca governo della cosa pubblica, classe dirigente capace di assumere su di se il senso drammatico e grande della sfida.
La sfida della dignità del lavoro produttore di ogni ricchezza “giusta”, dell’amore per la libertà fondata sul rispetto dell’altro, la sfida di una classe dirigente che attraverso la politica spezza e rovescia l’insensata corsa alla dissipazione delle mille narie risorse di questa sola terra che abbiamo.
Dissipazione di futuro, di generazioni che verranno, dissipazione della bellezza di quel “vivere italiano” che le nostre madri e i nostri padri del sud e del nord, parlando dialetti diversi ma la stessa comune lingua del sudore e della fatica quotidiana, ci hanno fatto assaporare. Ecco perché mi piace pensare che il vostro congresso di oggii, il congresso dei Socialisti Italiani, abbia in comune con quello che Sinistra Ecologia Libertà terrà in autunno, una parola sopra tutto.
Possiamo avere punti di vista, analisi, persino proposte diverse, come è giusto che sia tra forze diverse che forte, però, sentono il bisogno e il dovere di un comune spirito coalizionale.
Ma se scaviamo insieme, se lavoriamo insieme, se costruiamo insieme, se arricchiamo insieme la parola “speranza”, se saremo capaci insieme di dare una speranza a questo nostro paese, allora troveremo un popolo che vorrà rimboccarsi le maniche e ricostruire. Mi sono rivolto a voi chiamandovi “compagni”non per riaprire polemiche che peraltro trovo stucchevoli. E non solo perché so che così si chiamano in ogni angolo del mondo quelle donne e quegli uomini che compongono la grande famiglia socialista, verso cui ho rispetto, curiosità e interesse, sentendomi certamente di farne parte.
Vi ho chiamato “compagni” semplicemente perché è questa la parola dell’incontrarci per essere insieme in una stessa storia, dividendo lo stesso pane.
Buon Lavoro e Buon Congresso

Nichi Vendola

martedì 6 luglio 2010

COMUNICATO STAMPA - SeL Tolentino

IN RISPOSTA AGLI ARTICOLI SOTTO RIPORTATI COMUNICATO STAMPA - SeL Tolentino

Il Consiglio di Amministrazione dell’A.S.S.M., per bocca del Presidente Feliziani, ha esplicitato la sua impotenza motivandola con l’imminente scadenza del mandato; l'unica speranza a cui sembrerebbe aggrapparsi Feliziani, per evitare l'inevitabile, è che il decreto legge venga convertito con emendamenti e modifiche sostanziali tali da non pregiudicare il futuro dell’ASSM.

Ma se il C.d.A dell’Azienda è preoccupato e contrario a questa ipotesi di privatizzazione perché non ha fatto ulteriori proposte dopo la bocciatura in Consiglio Comunale dell’unificazione dell’Azienda di Tolentino con quella di San Severino? forse qualcuno l'ha impedito? E se il mandato di dare una prospettiva ed un futuro alla gestione pubblica dell’ASSM era venuto meno perché il Consiglio di Amministrazione è rimasto al suo posto fino ad ora? Oppure era questo lo scopo perseguito da tutti i soggetti protagonisti,dal PD al PDL compreso lo stesso CdA?

Il Consigliere Massi, che rappresenta la minoranza in Consiglio Comunale e quindi della proprietà, non ha avuto tentennamenti nel dichiarare le responsabilità del Governo Prodi sulla politica di privatizzazioni delle Aziende pubbliche e, come si deduce dalla dichiarazione alla stampa, sembra essere ancor più soddisfatto che il decreto Tremonti, in tempi rapidi, porti a compimento questo obiettivo. Ciò non stupisce posto che il partito in cui milita Massi, senza tanti scrupoli, sta portando avanti la privatizzazione dell’Acqua, che nel nostro caso è gestita dell’ASSM, privatizzazione contro cui il nostro movimento, insieme ad altre forze, ha raccolto le firme per un Referendum che consenta di mantenere la gestione pubblica.

La maggioranza in Consiglio Comunale, nonché maggioranza della proprietà dell’ASSM , non deve spiegare niente ai Cittadini di Tolentino, agli utenti, ai dipendenti, sulle scelte fatte?

Oppure anche voi non avete fatto alcuna scelta visto che per voi l'ha fatto il Governo Berlusconi?

Sinistra Ecologia Libertà Tolentino - 05/07/2010


Articoli Usciti Sul Corriere Adriatico il 4 Luglio 2010

1) Una percorso che inizia nel 1906

Tolentino L’Assm nasce, come Azienda speciale servizi municipalizzati del Comune di Tolentino, nel lontano anno 1906, appena dopo la promulgazione del Regio testo unico del 1904 che consentiva ai Comuni di creare proprie imprese cui affidare servizi di tipo industriale: nel suo caso, la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica, con il primo obiettivo di illuminare la città di Tolentino. Precedentemente il Comune, con ammirevole spirito pionieristico, aveva raggiunto un accordo con un concittadino privato proprietario di una centralina idroelettrica in modo da illuminare la piazza della città sostituendo i lampioni a gas con lampioni elettrici. Il primo in tutte le Marche fu acceso proprio in piazza della Libertà nel 1892.

2) Assm, nessuno si muove

Il presidente Feliziani prorogato di altri venti giorni. Massi attacca

Tolentino L’allarme lanciato da Sinistra ecologia libertà sul futuro della municipalizzata Azienda specializzata settore multiservizi ha suscitato preoccupazione fra i cittadini. La manovra correttiva del Governo varata con decreto legge e in vigore dal 31 maggio scorso prevede, infatti, uno specifico divieto per i Comuni sotto i 30.000 abitanti di costituire società ed impone la liquidazione di quelle già esistenti o la cessione delle quote di partecipazione entro il 31 dicembre 2010. Il presidente dell’Assm, Sandro Feliziani, preferisce non rilasciare dichiarazioni essendo la sua carica in scadenza. Anzi, a dire il vero il mandato è scaduto pochi giorni fa, ma il sindaco lo ha prorogato di ulteriori venti giorni prima di procedere alla nomina del nuovo presidente e del nuovo consiglio di amministrazione. “Il decreto legge esiste e non lascia spazio a interpretazioni” ha detto Feliziani “anche se dovrà essere convertito in legge entro la fine di luglio. Ne abbiamo anche parlato nel consiglio di amministrazione, ma noi ormai siamo in scadenza. Non è da escludere, comunque, che nel percorso di conversione in legge possano intervenire emendamenti o modifiche sostanziali tali da non pregiudicare il futuro dell’Assm”. Nessun cenno di Feliziani sulla fusione con la municipalizzata di San Severino Marche, di cui era stato uno dei principali sostenitori, che oramai sembra definitivamente compromessa e che, alla luce dei recenti sviluppi legislativi, poteva essere un’ancora di salvezza. Non è dello stesso avviso il consigliere regionale e comunale del Pdl Francesco Massi. “La strategia di privatizzazione e liberalizzazione delle aziende pubbliche dei servizi locali è stata introdotta in questo Paese” ha affermato Massi “dal ministro di centrosinistra Linda Lanzillotta con la benedizione di Veltroni e Prodi. Si doveva prevedere da circa dieci anni che si sarebbe andati verso il tramonto delle aziende società per azioni interamente a capitale pubblico. A Tolentino solamente per motivi di pregiudiziale ideologica non si è voluto mai affrontare questo problema. La fusione Tolentino – San Severino” ha aggiunto Massi “non l’ho mai considerata la soluzione risolutiva proprio perché sarebbe una fusione fra piccole aziende, considerato il panorama del mercato nazionale e i nuovi scenari della concorrenza e della competizione per la gestione dei servizi. Le soluzioni migliori erano l’ingresso di un grande partner privato o l’alleanza con una grande società pubblica. Ora che tutto lo scenario cambia, Tolentino sarà costretta ad inseguire quando poteva essereleader. Rispetto a tutto ciò” ha concluso Massi “i giochetti del centrosinistra per ricollocare i propri personaggi fanno tenerezza”.

Roberto Scorcella.

domenica 4 luglio 2010

Idee per una Nuova Sinistra

Idee per una Nuova Sinistra

di Felice Besostri*

L'Italia rappresenta il ventre molle della sinistra in Europa, né la situazione migliora di molto comprendendo i consensi del PD, che ufficialmente è un partito di centro-sinistra. La sinistra, in tutte le sue varianti da quelle riformiste a quelle antagoniste è fuori dal Parlamento italiano e da quello europeo. Nelle stesse assemblee regionali è presente a macchia di leopardo e nelle regioni più ricche ha una presenza di testimonianza: senza listini del presidente e liste bloccate la presenza sarebbe ancora più ridotta. Se Sparta piange, Atene non ride: il PD in 2 anni ha perso quasi 5 milioni di elettori senza guadagnarne dal centro destra, che pure ha perso voti in assoluto. In conclusione il PD non si espande, come maggior partito di opposizione, grazie ai delusi dal governo e la sinistra non beneficia dei voti persi dal PD. Un vantaggio marginale è tratto da liste di protesta del tipo "grillini", ma è soprattutto l'astensione che guadagna, inesorabilmente elezione dopo elezione, frazioni crescenti dell'elettorato.

La spiegazione è facile, anche se potrebbe essere ingiusta, né il PD né la sinistra, dai socialisti ai comunisti, passando da verdi e vendoliani, sono credibili agli occhi dei loro potenziali, molto potenziali, elettori. Sono degli incompresi, malgrado gli sforzi per mostrarsi innovativi: nel giro di 3 anni Costituente Socialista, Sinistra Arcobaleno, Sinistra e Libertà, Federazione della Sinistra, Sinistra Ecologia Libertà e soprattutto l'invenzione di portata mondiale, la seconda dopo l'Ulivo, il Partito Democratico. In questa situazione di attesa, che gli elettori siano finalmente illuminati, si dovrebbe avere meno presupponenza e maggiore umiltà, perché il percorso di costruire una sinistra con respiro europeo sarà lungo, difficile, contraddittorio e senza garanzie di successo.

C'è, pertanto da rimanere quantomeno perplessi ( l'età media dei militanti di sinistra non consente loro, parafrasando Claire Bretécher, di essere totalmente indignati per più di un minuto) quando il compagno D'Alema appena eletto alla presidenza della FEPS ha dichiarato che bisogna andare oltre la socialdemocrazia. La motivazione è che i partiti socialdemocratici si erano convertiti alle suggestioni del mercato e all'ideologia del capitalismo nell'epoca della sua espansione planetaria: in altre parole avevano abbandonato la socialdemocrazia per la Third Way giddens-blariana e il Neue Mitte di Schröder. Guarda caso! si erano fatti affascinare dagli stessi modelli che avevano affascinato parte dei DS, la maggioranza, la stessa che si è sciolta nel PD. Dunque si dovrebbe semmai tornare alle origini delle socialdemocrazie e non andare" oltre", verso dove?.

Privatizzazioni e liberalizzazioni, facendo finta che fossero la stessa cosa sono stati una bandiera della XIII legislatura: basta citarne una per tutte, quella della Telecom, che doveva creare una nuova classe capitalista. Il 1999 è stato l'apice di quella stagione: una tranquilla Unione Europea a 15, con 12 primi ministri socialdemocratici e Prodi, un'egemonia conquistata democraticamente il libere elezioni. Peccato che non si sia tradotta in una Nuova Idea d'Europa, più politica e più sociale, cioè più vicina alla gente, quella che nei referendum vota no alla Costituzione europea e non va a votare per il Parlamento Europeo. Non hanno fatto nulla di diverso di quello che hanno fatto tutti i governi, mettere l'interesse nazionale al primo posto, prima di quello dell'Europa e della maggioranza dei suoi abitanti: non è una contraddizione, le scelte governative dipendono sempre più da gruppi di pressione e di interessi organizzati, lobbies, cricche e furbetti del quartierino, capitani coraggiosi, che dalla necessità di soddisfare le aspettative di ampi strati della popolazione, che i mezzi di informazione di massa raramente pongono in primo piano.

Nelle critiche alla socialdemocrazia, che in Italia hanno sempre avuto successo in epoche diverse, si fa confusione tra critiche alle politiche concrete dei partiti socialdemocratici al potere con l'ideologia socialista democratica: le politiche possono essere radicalmente rovesciate senza bisogno di mettere in discussione i fondamenti del socialismo democratico, anzi nella SPD e nel PSE la critica alla deriva liberista avviene all'insegna del ritorno ai fondamentali della socialdemocrazia:piena e buona occupazione, cioè centralità del lavoro. I rapporti tra partito socialdemocratico e sindacato sono sempre stati stretti, senza peraltro una chiara preminenza del partito a differenza del modello comunista, anzi con il problema opposto di una tutela sindacale sul partito, fortissima nel Labour Party fino alla riforma del 1993.

Rimproverare alla socialdemocrazia lo statalismo, facendo un unico calderone con lo statalismo burocratico del comunismo sovietico, costituisce un segno in più dell'ignoranza delle differenti tradizioni socialdemocratiche, da quella belga a quella austriaca per esempio di associazionismo di base, ed il ogni caso equiparare uno Stato democratico ad uno burocratico-autoritario non consente di cogliere la loro radicale contrapposizione. La divisione tra socialismo democratico e comunismo nel XX° secolo si è fondata essenzialmente sulle opposte concezioni per la conquista e la gestione del potere. Più che l'idolatria dello Stato ha nuociuto alla socialdemocrazia la visione nazionale in un'epoca il cui il peso dello Stato è diminuito, poiché materialmente non in grado di affrontare e risolvere i problemi, vere e proprie sfide, posti dalla globalizzazione e dalla finanziarizzazione dell'economia.
Contrapporre Stato e Mercato nel pensiero socialista democratico è un non senso, poiché è chiaro il rifiuto di un modello economico basato sulla collettivizzazione dei principali mezzi di produzione e sulla pianificazione centralizzata e autoritaria. Centrale è, invece la questione di quale Stato e di quale Mercato: uno Stato burocratico, clientelare e corrotto è altrettanto nefasto di un mercato totalmente sregolato e/o dominato da oligopoli. Stato e mercato sono istituzioni, che non sono in quanto tali ontologicamente contrapposte, semmai al centro va posta la questione Pubblico- Privato e la dimensione pubblica si può coniugare in una pluralità di modi, non necessariamente come statalismo. Cooperative, imprese no-profit, società di mutuo soccorso, in senso generale il cosiddetto Terzo Settore. Imprese pubbliche o società di capitali controllate da enti pubblici sono altre forme, di cui discutere in concreto e non in astratto: imprese pubbliche che servono al sottogoverno ed al finanziamento diretto o indiretto della politica non sono la stessa cosa di imprese pubbliche orientate a soddisfare interessi generali e/o quelli degli utenti di un servizio pubblico..

L'articolo 41 della nostra Costituzione è una buona base dalla quale partire per delineare nelle situazione concrete i rapporti tra attività economica privata e libera e i fini sociali. I discorsi sull'andare "oltre" sono astratti ed ideologici se non si precisa non solo i quale direzione e con quali mezzi. Storicamente la sinistra è stata costituita da diversi filoni, spesso in contrapposizione tra loro, quella tra comunisti da un lato e socialisti o anarchici dall'altro anche violenta. Ora si tratta di trovare un loro superamento come sintesi armonica, più che come egemonia di una componente sulle altre.
La nuova sinistra, come predica Edgar Morin deve essere socialista, comunista, libertaria e ambientalista. Se la contrapposizione principale nella sinistra del XX° secolo si è conclusa con la sconfitta del comunismo di tipo sovietico, il socialismo democratico non ha vinto, anzi ha conosciuto sconfitte elettorali, malgrado le quali resta comunque la principale , e in alcuni paesi l'unica, forza di progresso.

Pensare che per rinnovarsi debba ispirarsi al PD italiano o a quello giapponese o al programma di Obama, come già a suo tempo avrebbe dovuto ispirarsi all'Ulivo e a Clinton, è ridicolo. Pare il frutto di una mentalità ben espressa dal provocatorio Monumento alla Vittoria di Bolzano con le colonne in forma di fasci littori e la scritta in latino che recita "da questi confini civilizzammo le genti". Per più volte i filoni di provenienza PCI con l' ideologia dell'oltrismo hanno perso l'occasione di ricongiungersi, anche in modo fortemente critico, con il socialismo democratico europeo dalla fondazione del PDS con Occhetto, alla formazione dei DS con D'Alema e Veltroni, con la stessa scissione di Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo.

L'oltrismo è una specie di ancoraggio psicologico per evitare la deriva: Noi abbiamo perso, ma loro i socialdemocratici non hanno vinto! Piuttosto che socialisti democratici è meglio passare al liberismo, direttamente senza una pausa socialdemocratica.
Una battuta a mo' di epitaffio: l'oltrismo come malattia senile del comunismo.


*Felice Besostri è portavoce del Gruppo di Volpedo, associazione di circoli Socialisti e Libertari del Nord Ovest

venerdì 2 luglio 2010

SeL Tolentino - Comunicato Stampa

SeL Tolentino - COMUNICATO STAMPA

Sinistra Ecologia Libertà (SeL) di Tolentino, vista la manovra correttiva del governo varata con decreto legge e in vigore dal 31 maggio scorso che, tra le altre cose, prevede uno specifico divieto per i Comuni sotto i 30.000 abitanti di costituire società ed impone la liquidazione di quelle già esistenti o la cessione delle quote di partecipazione entro il 31 Dicembre 2010 (cfr. l’art.14, comma 32 , D.L. 78/2010), esprime serie preoccupazioni per l’avvenire della nostra A.S.S.M. (Azienda Municipalizzata)

La citata disposizione non si applica per quelle società costituite da più Comuni la cui popolazione complessiva superi i 30.000 abitanti.

Quanto sopra, e al di là di tutte le censure che il nostro movimento muove contro una manovra da considerarsi iniqua ed inefficace, solleva ancora una volta a Tolentino un problema più volte dibattuto e mai risolto.

L’aver rimandato (bocciato?) l’unico progetto che era stato presentato, ovvero la fusione dell’Azienda di Tolentino con quella di San Severino, senza una proposta alternativa valida, rischia oramai di determinare la liquidazione o la cessione a privati di due aziende che hanno fatto la storia dei rispettivi Comuni, ciò con grande discapito della città, degli utenti e degli stessi lavoratori dipendenti che non potranno sapere del loro destino.

Ovviamente lascia sconcertati il comportamento della proprietà (Comune di Tolentino) che, con il voto congiunto del Partito Democratico e della Destra, ha stroncato la proposta di accorpamento avanzata dal C.d.A della Assm e questo, lo si ripete, senza un'alternativa valida tanto ciò vero che il Sindaco e la Voce hanno votato a favore della proposta.

Attualmente non si capisce quale siano le intenzioni di questa Amministrazione, le uniche notizie che sembrano trapelare concernono le future nomine del C.d.A della ASSM posto che la Voce, stante le dichiarazioni rilasciate al Corriere Adriatico del 29.06.10, sarebbe stata contattata in tal senso dal Sindaco.

Riteniamo tuttavia che laddove il su citato decreto legge, attualmente al varo del parlamento per la conversione, venisse ratificato senza emendamenti, sia improcrastinabile una seria discussione sul futuro della ASSM di Tolentino, e ciò al di là dei giochetti di potere pre - elettorali che, in questo caso, lascerebbero il tempo che trovano. La nostra posizione è quella di evitare la liquidazione dell’Azienda trovando una soluzione affinché essa rimanga una società a gestione pubblica o con una partecipazione pubblica di larga maggioranza. Chi, al contrario, lavora per privatizzarla esca allo scoperto.

SeL Tolentino - 01 Luglio 2010


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