lunedì 25 aprile 2011

UNA PROVINCIA MIGLIORE E' POSSIBILE !


Una provincia migliore e’ possibile se scegliamo di aiutare i giovani ad uscire dalla precarietà, le lavoratrici e i lavoratori a riqualificarsi e trovare un lavoro degno di questo nome, senza le umiliazioni che ogni giorno gli uni e gli altri sono costretti a subire; le piccole imprese e l’artigianato a superare la crisi, con un apposito fondo di solidarietà a cui attingere per continuare a vivere.

Ma il lavoro non basta. Occorre costruire un nuovo modello di sviluppo e di benessere. L’obiettivo e’ ambizioso. La cementificazione deve essere bloccata e deve darsi l’avvio ad un piano generale di recupero del patrimonio edilizio pubblico e privato, del suolo, dei corsi d’acqua e delle infrastrutture.

Il nostro impegno è chiaro. Non un chilometro di nuove strade, ma manutenziene straordinaria del sistema viario esistente, e, finalmente, la metropolitana di superficie, una rete di piste ciclabili sulla costa o lungo le valli fino ai monti; la messa a norma di tutte le scuole di proprietà della provincia e un no senza eccezioni per tutti i Piani regolatori o le varianti che prevedano nuove aree edificabili a ridosso o in vicinanza dei fiumi.

Infine, difendiamo il controllo e le gestione pubblica dei servizi pubblici locali, in particolare acqua e rifiuti, rispetto ai quali diciamo no ad ogni ipotesi di incenerimento, contro ogni forma di privatizzazione: per questo la nostra compagna elettorale finisce con i referendum di giugno.

Insieme possiamo difendere i nostri beni comuni: dalle due Università, al paesaggio, al lavoro a misura di persona, alla cultura dell’accoglienza e dell’integrazione, contro la paura e il razzismo.


UNA PROVINCIA MIGLIORE E’ POSSIBILE

Francesco Acquaroli


domenica 24 aprile 2011

17 aprile. Acquaroli lancia la sua "Provincia Migliore: noi, unica forza politica alternativa a quella di Capponi”

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“Avanti c’è posto. Ci sono ancora due sedie libere e non aspettiamo né Pettinari né Capponi”. Sarà pure una battuta quella di Roberto Di Fede, segretario provinciale di Rifondazione Comunista che questo pomeriggio, nella sala verde dell’Abbadia di Fiastra, ha lanciato insieme ai rappresentati della coalizione, la campagna elettorale del candidato Presidente alla provincia Francesco Acquaroli, sostenuto da Sel, Federazione della Sinistra e Democrazia e Legalità. Eppure, quella battuta, rende bene l’idea sul perché della corsa in solitaria del candidato che ha servito il “no grazie” al la coalizione di centrosinistra (Pd-Udc-Idv-Api-Lista Civica). “Non ci interessa governare per le poltrone - ha detto Acquaroli – ma per un Provincia migliore. Noi siamo il partito delle idee chiare. Le abbiamo sui rifiuti, sul luogo in cui deve essere fatta la discarica (Cingoli), sui servizi pubblici che devono rimanere tali e sulle polveri sottili. Non si combattono – ha spiegato – con un decreto regionale, ma con un cambiamento radicale che significa puntare sulle piste ciclabili, sulla metropolitana di superficie, su un modo diverso di concepire la mobilità”. Acquaroli si è poi conquistato l’ennesimo applauso della folla dicendo con ferma convinzione “noi non vogliamo il rigassificatore a Porto Recanati”. In sala, accanto a lui Esildo Candria, coordinatore provinciale Sel, Valerio Calzolaio, già deputato, l’astronauta Umberto Guidoni, della direzione nazionale di Sel, Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra, Roberto Di Fede, segretario provinciale Rifondazione Comunista e Alessandro Lippo, rappresentante della lista civica Democrazia e Legalità. “Con nessuna forza politica è stato possibile discutere di programmi – ha detto Candria - Noi siamo l’unica forza politica alternativa a quella di Capponi”. Di “campagna elettorale sobria”, di “una quadrilatero inutile”, di una scuola pubblica che deve rimanere tale” e di “candidature truffaldine, come quella della Giannini che si dimetterà dopo un minuto”, ha parlato Di Fede. “Nella nostra lista – ha detto - c’è il popolo vero e non quello che si nasconde dietro i finestrini delle auto blu. Ci sono un delegato Fiom, studenti, precari, benzinai,coltivatori diretti, docenti universitari”. “E’ necessario dare una spallata ad un sistema immobilizzato” è invece la ricetta suggerita da Guidoni convinto che tra “l’originale e i cloni, vince Berlusconi”. Via libera ad “una rivoluzione culturale”, per Lippo che si presenta come portavoce della lista civica e al “sostegno ad un candidato – ha detto Calzolaio commosso nel ricordare la morte di Vittorio Arrigoni - l’unico vero rappresentate in grado di contrastare le scelte programmatiche e politiche di Capponi”, “Dobbiamo parlare a tutti consapevoli delle nostre ragioni - ha aggiunto Rossi - e dobbiamo farlo per prospettare un altro futuro con un orizzonte diverso” .L’incontro si è concluso con una merenda ed un concerto musicale.



domenica 3 aprile 2011

PER IL SOCIALISMO NELLA SINISTRA IL “NETWORK” QUALE INTERLOCUTORE

PER IL SOCIALISMO NELLA SINISTRA
IL “NETWORK” QUALE INTERLOCUTORE

di Giuseppe Giudice

E’ una fase politica in cui le espressioni associative possono svolgere un ruolo più importante di quelli che definiamo partiti.

Nella II Repubblica è difficile definire tali quelli esistenti, dai più grandi ai più piccoli. Si tratta di agglomerati di ceto politico che tende alla riproduzione della miseria intellettuale e politica di cui sono rappresentanti.

E’ inutile piangerci addosso: questa è l’Italia della II Repubblica.

Ma è ovvio che tra gli aderenti ed anche tra i dirigenti dei suddetti partiti c’è chi avverte tutta la precarietà della condizione attuale.

Il Network per Il Socialismo Europeo è nato per mettere in rete, con forme anche innovative, individui ed associazioni regionali e locali, che sono legati dal minimo denominatore di voler costruire in Italia un partito del socialismo europeo che superi a sinistra il PD e sia il perno della sinistra popolare e di governo di cui questo paese ha grande bisogno.

Per cui ci siamo ritrovati iscritti a SeL, al Ps, al PD a nessun partito, tutti accomunati da un obbiettivo che nessuno dei partiti attuali è in grado di garantire.

Non è in grado di farlo il PD che nasce da una fuoriuscita a destra dal socialismo europeo (ma nel cui corpo c’è comunque il grosso dell’elettorato progressista). Non SeL finora; se non si libera dei residui di movimentismo gruppettaro (ma su SeL voglio fare un discorso più ampio alla fine). Non assolutamente il PS+I di Nencini il quale sbandiera il marchio socialista per una politica di centro (tra PD e UDC).

Ma a parte la perversione politica nenciniana di cercare uno spazio a cavallo tra Centrosinistra e III Polo, è evidente che quello è un ectoplasma politico in fase di decomposizione. Se avvenisse (a mio avviso personale) sarebbe la fine meritata del grande equivoco di una costituente miserabile.

Anche chi troverà eccessivi e forti i miei giudizi, converrà però con me che il socialismo in Italia non lo può rappresentare il partito di Nencini. Non lo può rappresentare nella interlocuzione politica, non lo può rappresentare nel suo progetto.

Anche perché la definizione di una sinistra socialista è cosa che riguarda tutta la sinistra e non solo i socialisti “biografici” (come il sottoscritto).

Per questo abbiamo ritenuto importante (avendone ottenuto positivi riscontri) che tutti costoro che anelano ad una sinistra con certe caratteristiche si mettessero in rete, si confrontassero ed iniziassero a lavorare su un progetto politico di largo respiro. La strutturazione del sito (che tra pochi giorni sarà operativo) ci aiuterà ancora di più.

Ma dobbiamo cercare di allargare quanto più è possibile questo Network, sia per chi sta in rete, sia tramite le nostre personali relazioni.

Finora come Network abbiamo stabilito positive relazioni con pezzi significativi del gruppo dirigente nazionale di SeL, con la sinistra del PD, con settori della stessa FDS. Ora noi dobbiamo essere in grado di stabilire tali rapporti con gli iscritti, gli elettori di queste forze.

Ad esempio c’è tutta la vasta area ex SD in SeL che è nettamente favorevole ad una sinistra collocata nel PSE. Il network può dare loro voce. Idem per la sinistra PD. Dalla capacità di coinvolgere il maggior numero possibile di persone ed associazioni politicamente consapevoli, dipenderà la nostra forza di incidere nel dibattito politico.

Gli inizi sono promettenti. Il Network è nato a Dicembre 2010. Esso ha associato realtà importanti come il Gruppo di Volpedo e la Lega dei Socialisti di Livorno (con queste due realtà abbiamo costruito l’ottimo convegno del 19 Febbraio). E noto un certo entusiasmo.

Ma essendo aderente a SeL, mi preme di dire qualcosa in più su di essa.

SeL nasce come soggetto transitorio in vista di una più vasta aggregazione per confluire in un nuovo soggetto della sinistra. Che si caratterizzasse come sinistra popolare e di governo. Su questo credo che Vendola sia stato chiaro nel suo intervento a Firenze nell’Ottobre scorso.

Quindi non una sinistra confusamente movimentista erede di quella mentalità gruppettara e “post-maoista” che ha caratterizzato l’esperienza di Rifondazione (come ha riconosciuto le stesso Bertinotti, a Livorno).

Ora l’idea di un soggetto transitorio, era in qualche modo legato alla certezza delle elezioni anticipate e fondato sulla capacità di Vendola, alle primarie, di sfondare tra l’elettorato PD.

Le elezioni non si faranno. A questo punto si potranno fare a scadenza naturale nel 2013. Ciò è buono per chi deve lavorare sul medio periodo come noi (Network). Non è buono per una forza che aveva tutto scommesso sulla capacità del leader di scompaginare le carte.

Per cui oggi SEL vive il forte scarto tra un leader che comunque riesce a trainare consenso (forse un po’ meno di qualche mese fa, ma comunque SeL è sopra l’8%) ed un partito che non è riuscito a strutturarsi come tale. E che sconta la forte incomunicabilità tra le componenti che l’hanno formato – SD e ex rifondaroli in particolare. La capacità aggregante di Vendola è paradossalmente molto più forte fuori del partito che in esso.

Gli ex rifondaroli in realtà all’ombra della popolarità di Vendola, stanno tentando di ricostruire una forza movimentista, quando Vendola punta a qualificarsi come leader di una sinistra di governo. SD è quella che ha più creduto nel progetto SeL come capacità di superare le vecchie appartenenze. Ma con il senno di poi ha peccato di ingenuità che le è costata in molte realtà locali.

La verità è che molto forte è scarto politico e culturale tra chi vuole una sinistra di governo, ancorata al socialismo come SD (ed anche qualche singola personalità ex Rifondazione) e gli orfani di un movimentismo gruppettaro che alla sinistra non serve proprio. Alla sinistra oggi serve un grande progetto socialista (che implica cioè la critica al capitalismo) in grado di aggregare un consenso sociale e politico maggioritario su come uscire a sinistra dalla crisi del capitalismo neoliberale. Non ci serve né una sinistra declassata e storpiata alla Covatta né il movimentismo inconcludente dei Paolo Cento o delle Elettra Deiana. Certo oggi di mezzo ci sono le elezioni comunali e provinciali; dopo Maggio Vendola dovrà fare delle scelte forti. L’entrata di SeL nel PSE è di quelle che possono avere forte impatto.

Per tali ragioni mi auguro che il maggior numero possibile di compagni di SeL diano forza al discorso che come Network abbiamo iniziato.

PEPPE GIUDICE


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