sabato 4 dicembre 2010

Sinistra Ecologia Libertà - Macerata e provincia: Esildo Candria è il nuovo coordinatore provinciale

Dopo il Congresso di Firenze il neonato partito di Sinistra Ecologia Libertà ha rinnovato il suo coordinamento ed eletto Esildo Candria coordinatore provinciale. Il nuovo organismo e Candria – di professione avvocato e originario di Mogliano, dove ha svolto l’attività di consigliere comunale dal 2004 al 2009 – sono stati eletti con il voto unanime dell’assemblea, che ha così suggellato la grande soddisfazione emersa per la scelta delle diverse componenti.
Accanto a figure che sono espressione della presenza istituzionale e del radicamento territoriale di SEL – l’Assessora alla Cultura del Comune di San Severino Alessandra Aronne, Elisabetta Ballini, Nadia Bratus e Marilisa Cannarsa per i Circoli SEL di Tolentino, Porto Recanati e Macerata – l’assemblea ha riconfermato Roberto Acquaroli, Luca Cabascia, il coordinatore uscente Daniele Principi e lo stesso Candria, impegnati nella promozione e costruzione del nuovo soggetto politico fin da quando era ancora un movimento che gradualmente, e non senza difficoltà, si veniva a costruire intorno alla figura dell’attuale Presidente Nichi Vendola. Come dichiara il nuovo coordinatore, è “la conclusione quindi di un lungo percorso e allo stesso tempo l’inizio di un nuovo cammino che ci vedrà sempre pronti al dialogo ed al confronto con la forza delle idee e l’entusiasmo di un nuovo modo di intendere la politica”.
Il nuovo organismo si avvale inoltre della presenza di giovani promettenti e di riconosciuto valore, politico e professionale, quali il Presidente dell’Anpi di Macerata Matteo Petracci e i neoiscritti Monica Gullini del circolo di Tolentino e Reano Malaisi, consigliere comunale di Montecosaro .
Tesoriera e rappresentate legale del partito è infine confermata Francesca Marchetti, già presidentessa del Movimento per la Sinistra e referente provinciale per il tesseramento SEL.
L’organismo così costituito ha diversi punti di forza e di innovazione: la giovane età media, l’assoluta parità di genere – 6 donne su 12 membri – e il criterio della rappresentanza territoriale come naturali espressioni di un partito in cui donne, uomini, giovani, iscritti vecchi e nuovi intendono lavorare insieme per riaprire la partita politica su una vera alternativa, di sinistra e di governo.

Coordinamento Provinciale Sinistra Ecologia Libertà - Macerata


  • ESILDO CANDRIA – Coordinatore

  • Francesca Marchetti – Tesoriera, Rappresentante Legale

  • Roberto Acquaroli - Alessandra Aronne - Elisabetta Ballini - Nadia Bratus - Luca Cabascia - Marilisa Cannarsa - Monica Gullini - Reano Malaisi - Matteo Petracci - Daniele Principi

    lunedì 15 novembre 2010

    INVITO - Presentazione del libro "Il Diario della mia prigionia in Germania".

    Trasmetto l'invito alla presentazione del libro "Il Diario della mia prigionia in Germania. Kahla 1944-1945" di Getulio Amore Bonapasta, pubblicato dalla Sez. A.N.P.I. "24 Marzo". Durante la seconda guerra mondiale furono deportati nel campo di lavoro di Kahla, come "schiavi di Hitler", molti giovani dei comuni dell'alto maceratese. Parecchi di essi morirono per la durezza delle condizioni e le violenze subite: Castelraimondo 1; Cingoli 3; Esanatoglia 4; Matelica 8; San Severino 3; Tolentino 3; Treia 2. Il libro di Getulio, morto nel febbraio scorso, è una preziosa testimonianza per non dimenticare.

    Igino Colonnelli

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    lunedì 1 novembre 2010

    Una Donna Socialista volta pagina alla Cgil

    Il timone nelle mani della "Camusso"



    ROMA - "No, non avrei mai pensato di poter diventare il segretario generale della Cgil. E' una roba che può anche mettere il panico. Ma la Cgil è un collettivo, una grande rete. Da noi non c'è il leaderismo. Il segretario non viene nemmeno scelto al congresso. Non facciamo le primarie, noi. In Cgil c'è un'idea di responsabilità collettiva". Eccola Susanna Camusso, cinquantacinque anni, milanese, professione sindacalista. Donna. La prima a guidare il più grande sindacato italiano, nella stagione della crisi industriale più radicale. Il sindacato più rosso. L'unica organizzazione di massa social-comunista che ha attraversato il Novecento ed è entrata nel nuovo secolo senza cambiare nome e neanche missione. La Cgil è rimasta la Cgil, nel bene e nel male. Si è solo aggiornata, lentamente. Tanto che ora sceglie di essere guidata da una donna. E Susanna Camusso è profondamente intrisa di questa cultura. Da trentacinque anni la Cgil è molto più del suo lavoro. E' una militanza, di quelle un po' retrò che si vivono con passione, e che non ammettono mezze misure.

    Mancano ancora due giorni alla sua elezione al vertice di Corso d'Italia, sulla poltrona che fu di Giuseppe Di Vittorio, di Luciano Lama, di Bruno Trentin, di Sergio Cofferati. Guglielmo Epifani, il primo Socialista segretario generale, lascerà dopo otto anni. Camusso parla con ritrosia del suo futuro per rispetto del Direttivo che la eleggerà. Ragiona sul sindacato interrotta da decine di telefonate sul suo cellulare che suona Bob Dylan, "Blowing in the wind". Sono i "compagni" delle strutture di tutta Italia che la chiamano per aggiornala sulle vertenze della crisi e chiederle consigli. Susanna Camusso conosce anche i dettagli di tutte le ristrutturazioni aziendali. E' puntigliosa, metodica, anche un po' secchiona. Fuma una sigaretta dopo l'altra. Gli occhi color ghiaccio fissi. Sembra una lince. Si rilassa solo quando arriva la telefonata della figlia Alice, 22 anni, studentessa alla Normale di Pisa. L'altra sua grande passione.

    Eppure sindacalista è diventata per caso. Dice: "Non si sceglie di fare la sindacalista. Ma poi può diventare una straordinaria avventura". Come quelle vissute in mare, al timone di una barca a vela che Susanna Camusso affitta ma non ha mai posseduto. Lei è la quarta di quattro sorelle di una famiglia piccolo borghese di sinistra. Nascono tutte a Milano, ma vivono molti anni ad Ivrea. Lorenzo Camusso lavora nella Comunità di Adriano Olivetti, la madre, Giulia, è una psicologa. "Avevamo una casa piena di libri. Leggere e studiare era normale". Come era normale, in quei primi anni Settanta, per uno studente universitario (Camusso si iscrive a Lettere antiche) incrociare la Flm, la Federazione unitaria dei lavoratori metalmeccanici. Una sigla mitica per le lotte operaie. Voleva dire Fiom, Fim e Uilm insieme, unite. Impensabile oggi nel nuovo secolo delle fratture sindacali. Camusso diventa "Susanna delle 150 ore". Si occupa del coordinamento delle ore di studio per i lavoratori meno scolarizzati. L'emancipazione operaia si fa anche così.

    Negli anni Settanta Milano è ancora una città industriale. Camusso milita prima nel movimento studentesco, poi lascia l'università ed entra nella Fiom di Milano. Il capo è Antonio Pizzinato che, per una breve stagione, sarà anche segretario generale della Cgil. Ogni mattina si va in fabbrica a parlare con gli operai, a fare proselitismo. La fabbrica di Susanna è l'Ansaldo. Lì si farà le ossa. Vive gli anni di piombo così. Entra nel Partito Socialista Italiano. "Ma non sono mai stata craxiana. Ero della sinistra". Fabbriche, politica e femminismo. Perché quelli sono gli anni delle grandi battaglie per i diritti delle donne. Solo nel '93 Fausto Vigevani, primo Socialista a guidare la Fiom, la chiama a Roma nella segreteria nazionale, nell'aristocrazia del sindacato di sinistra. Con la delega più prestigiosa: l'auto, cioè la Fiat, il padrone vero. A Vigevani succederà Claudio Sabattini, il teorico della Fiom "indipendente", quasi un partito del lavoro. Camusso, Socialista e Riformista non è dei suoi. Lo scontro tra i due sarà durissimo. Camusso viene rimossa dopo un accordo con la Fiat. Lei parlerà di "metodi stalinisti". Resta per un po' alla Fiom poi torna a Milano, prima tra gli agro-industriali, poi come numero uno della Cgil lombarda. A Roma la richiama Epifani, nel 2008. Ormai è la predestinata. E ora dovrà fare i conti con la sua Fiom e con le divisioni senza precedenti tra Cgil, Cisl e Uil. Sullo sfondo c'è la sagoma di Sergio Marchionne, l'italo-canadese che ha deciso di cambiare le relazioni industriali italiani, provocando fratture e sfidando proprio il "collettivo" della Cgil. "Servono le nuove regole sulla rappresentanza", ribatte Camusso. Inizio delle trattative.


    domenica 24 ottobre 2010

    IL SOCIALISMO DI NICHI - Firenze, 22/10/2010

    Il Socialismo non è solo una nobile storia del passato....
    Ma la bussola di orientamento per il futuro !

    di Mario Francese

    Così disse Nichi ad alta voce in quel di Firenze riscoprendo un termine, Socialismo, diventato, specie a sinistra, ma in Italia e solo in Italia, una sorta di malefico tabù da condannare alla "damnatio memoriae".

    Credo che Vendola si sia fatto interprete convinto e sincero di questo comune e diffuso sentire che individua nella sinistra odierna un luogo disastrato, decrepito e per giunta inaffidabile; un luogo perciò da ricostruire dalle fondamenta e rilanciare sui territori natii da tempo abbandonati. A costo di stupire ed angustiare la sua stessa platea nel dichiarare preventivamente transitorio, ma non effimero ed instabile, il nascente progetto di Sinistra Ecologia e Libertà, il partito che lo ha voluto portavoce nazionale e che è attualmente lo strumento della sua ascesa.

    Personalmente ho sempre fissa nella mia mente una affermazione paradigmatica e "fotografica" di Nichi: "Per sconfiggere la destra in Puglia ho dovuto prima sconfiggere la sinistra".

    Si, in Nichi rivedo il Socialismo Etico ed al tempo stesso pragmatico ed evolutivo che mi è stato insegnato coi comportamenti, più che con le risoluzioni dei direttivi sezionali, dai vecchi compagni contadini ed operai delle mie parti: un socialismo non fatto di adesioni rigide ad una "linea" o ad una sigla, ma improntato quotidianamente a quella sete di giustizia sociale, a quella laicità, tolleranza, curiosità ed apertura al mondo ultroneo ed anche "avversario" tipica della fratellanza cristiana primitiva che è parente strettissima della filantropia cosmopolita ed illuminista settecentesca e dell'umanitarismo romantico ed anarco-socialista dell'Ottocento.

    Non la riproposizione, dunque, del "vecchio" temporalmente contestualizzato, ma la riattualizzazione e rilancio "in progress" dell' "antico originario": insomma, il ritorno alla sorgente per seguire il percorso del fiume fino alla foce ed ancor più in là, oltre l'orizzonte.

    Mi si dirà che son troppo evocativo ed ereticamente sognatore.....troppo "vendoliano", insomma!

    Può darsi!

    Ma è un fatto che la disastrata, inaffidabile ed obsoleta sinistra di oggi, italiana in particolare ma universale in genere, ha perso la capacità di analisi, lettura ed interpretazione della società e dell'Uomo contemporaneo nel momento stesso in cui ha smesso di evocare sogni ed utopie per un mondo migliore, rifugiandosi infine nelle giurassiche e rissose micro-nicchie pseudo-identitarie dei calcoletti politicistici ed elettoralistici da "un tanto al chilo" e nelle ancor più patetiche ed innaturali scimmiottature del carrierismo di stampo individual-neoliberista e, in Italia, personalistico-berlusconiano.

    Riuscirà Nichi Vendola a continuare ad incarnare un sogno possibile, un modo diverso eppur "antico" ed "originario" di far politica a sinistra e non solo nell'Italia del terzo millennio?

    Non posso onestamente assicurarlo, nè, del resto, si sognerebbe di fare lui stesso (come noialtri anche lui sa bene che gli uomini, oltre che sicuramente transeunti, per loro natura possono essere fallaci, specie se esposti alla malìa del potere) e tuttavia voglio e spero vogliamo che assicuri molti proseliti, ovviamente non alla sua persona, ma alle idee ed ai sogni che proclama e che spesso sta realizzando nella sua Puglia; idee e sogni di cui Nichi non è e non si sente autore e proprietario originale ed originario ma solo valido testimone e messaggero.

    E tanto dovrebbe bastare per tentare di risollevare concretamente questa disgraziata sinistra e soprattutto questa disgraziata Italia.



    Mario Francese




    "VENDOLA" AL CONGRESSO DI SEL - 2° Parte 22-10-10

    "VENDOLA" AL CONGRESSO DI SEL - 1° Parte 22-10-10

    domenica 26 settembre 2010

    UN CONTRIBUTO PER I CONGRESSI DI SEL.

    Alcuni Compagni, hanno voluto creare una sorta di Documento Integrativo per i Congressi Locali e di conseguenza per quello Fondativo Nazionale di "Sinistra Ecologia e Liberta'", allo scopo di contribuire positivamente al dibattito costruttivo interno, evitando di ripetere gli errori del passato.



    1) SEL non rappresenta certo il soggetto politico definitivo della nuova sinistra italiana. Essa, nella visione dei suoi più avveduti esponenti, è una sorta di “work in progress” per stimolare un processo più largo di riaggregazione e ricostruzione della sinistra tramite anche un meccanismo di scomposizione e ricomposizione. Questo naturalmente non significa che SeL non debba strutturarsi in partito (con i suoi gruppi dirigenti, il suo statuto, le sue regole). Ma che debba collocarsi in una prospettiva di respiro largo. Un ennesimo partitino della sinistra o un mezzo-arcobaleno non servirebbe a nessuno.

    2) La nascita del PD ha privato l’Italia di un partito della sinistra di governo (pur con tutti i suoi limiti) collocato nel PSE. Il PD si colloca su una idea di fuoriuscita da destra dalla Socialdemocrazia. L’assenza di un collante ideologico e valoriale (come ha ben rilevato Giorgio Ruffolo) e la crisi evidente del bipolarismo forzato e meccanico (conseguente anche alla forte crisi interna alla destra) sta mandando il PD in frantumi.

    3) Quindi si apre una prospettiva per riempire il vuoto determinato dalla nascita del PD. Il problema che abbiamo di fronte è questo: che tipo di sinistra costruire. Vogliamo riproporre una sinistra di mera testimonianza, minoritaria e chiusa in se stessa? C’è già Ferrero che occupa questo spazio minimo. O vogliamo piuttosto costruire una sinistra Popolare, Socialista, Libertaria ed Ecologista, in grado di colmare la grave lacuna della politica italiana?

    4) Se la seconda scelta è quella giusta essa (questa nuova sinistra) non può non collocarsi nel PSE, in un PSE che si sta Rifondando a Sinistra. Occorre superare vecchi pregiudizi che vengono dalla tradizione comunista più stantia. Se è vero che settori del Socialismo Europeo negli anni 90 hanno subito una deriva liberale e moderata (che abbiamo sempre criticato) è anche vero che oggi questo sta abbondantemente alle nostre spalle. Del resto l’Ulivo italiano (con l’appoggio di Rifondazione) non ha fatto forse una politica economica per alcuni versi più a destra di Blair e di Schroeder? Privatizzazioni selvagge, precarizzazione del lavoro (e nessuno fa autocritica)

    5) La ristrutturazione a sinistra del PSE è evidenziata dal suo congresso di Praga e dalla presa di posizione comune del PSF e della SPD sulla politica economica europea. E si tratta dei Partiti Socialisti dei due paesi più importanti della UE.

    6) Del resto la crisi sistemica del capitalismo liberista, ha modificato radicalmente i paradigmi culturali. La Socialdemocrazia si sta riappropriando del Socialismo (il PD prosegue invece la sua corsa al centro). Oggi per costruire un progetto organico di alternativa in positivo ai fallimenti del liberismo occorre una sinistra propositiva, di governo, in grado di pensare ad un progetto di società che riformi e modifichi profondamente l’attuale modello di economia e di società plasmato dal mercatismo liberista. Non serve una sinistra urlante ma vuota, capace solo di esprimere un radicalismo dimostrativo. E non serve una sinistra senza aggettivi. La sinistra ha senso solo se essa è in grado di esprimere un progetto emancipatorio della società e dell’uomo che ponga il valore sociale del lavoro, la giustizia sociale e la democrazia economica – strettamente connessi con i temi della libertà e della dignità della persona e del rispetto dell’ambiente – al centro della propria agenda. Tale progetto emancipatorio si chiamava e si chiama "Socialismo Democratico".

    7) La oziosa e stucchevole polemica sul 900 non ci appassiona. Il 900 non è l’epoca delle Guerre Puniche né un feticcio. E’ un secolo tormentato e contraddittorio che è stato segnato da due tremende guerre mondiali, da feroci totalitarismi. Ma è anche il secolo di grandi scoperte scientifiche , di un accumularsi di saperi e tecnologie in una lasso di tempo brevissimo. E’ il secolo che ha portato nel nostro continente la democrazia, che ha risvegliato la coscienza politica nei paesi coloniali. Che ha prodotto in Europa, grazie al Movimento Operaio e Socialista, il modello sociale più avanzato e finora mai eguagliato. Non si può mettere sullo stesso piano il fallimento del Comunismo e l’esaurirsi del virtuoso Compromesso Socialdemocratico. Il primo è crollato, sotto il peso delle sue insanabili contraddizioni interne (non per sconfitta esterna). Ed è crollato un sistema che aveva ampiamente contraddetto i valori del Socialismo e della Democrazia. La Socialdemocrazia (che pure non è esente da limiti e errori) ha visto esaurirsi il suo compromesso a causa del venir meno degli elementi strutturali che lo reggevano, Negli anni 80 il capitale ha utilizzato a proprio vantaggio per modificare i rapporti di forza con il lavoro, le innovazioni tecnologiche. Limite della sinistra è stato quello di non aver saputo opporre un Governo Alternativo e Socialista di quelle innovazioni.

    8) Ma quel capitalismo è in oggi in grave crisi. Un progetto alternativo di economia e società deve organicamente aggredire i punti forti della controriforma liberista dell’economia. Il liberismo ha prodotto una redistribuzione verso l’alto dei redditi (soprattutto in Italia); ha cercato di mercatizzare i beni sociali ed i beni collettivi; ha messo in discussione il concetto di economia mista (che è proprio della Socialdemocrazia ma è anche presente nella nostra Costituzione) a favore di una privatizzazione integrale delle attività economiche ed il pressocchè totale smantellamento della presenza pubblica in economia (compreso ogni forma di politica industriale); ha messo in discussione il valore sociale del lavoro, calpestandone i diritti e cercando di ridurre il lavoro ad una merce usa e getta.

    9) Questi sono gli elementi di un disegno organico di smantellamento del compromesso sociale. A tale disegno organico occorre contrapporre in positivo un progetto organico di riforma strutturale in senso Socialista Democratico. La redistribuzione del reddito verso i ceti più bassi è oggi una necessità economica oltre ad un evidente problema di giustizia. Non v’è ripresa economica stabile senza questo meccanismo redistributivo in grado di rilanciare la domanda. Ma tale rilancio della domanda deve connettersi organicamente ad un diverso modo di produrre e consumare e quindi ad una diversa qualità dello sviluppo (“la società diversamente ricca” di Riccardo Lombardi) che faccia i conti con le compatibilità ambientali e con una visione della crescita non affidata alla ipertrofia del consumismo privato, bensì allo sviluppo dei beni immateriali come la conoscenza e la cultura ed al riequilibrio tra beni privati e pubblici (come spesso ci ricorda Giorgio Ruffolo). Ciò si collega direttamente al ripristino di una economia mista in cui convivano il pubblico, il privato ed il sociale. Non vogliamo assolutamente abolire il mercato che è uno strumento fondamentale di garanzia di libertà e di autonomia della società civile rispetto allo stato. Vogliamo però una economia di mercato socialmente regolata dalla programmazione e dalla democrazia economica. Le privatizzazioni fatte in Italia non avevano alcun scopo produttivo ma solo a favorire i meccanismi speculativi di un modello di finanziarizzazione che è stato un tratto strutturale del capitalismo liberista. Con le privatizzazioni si è favorita la deindustrializzazione e l’impoverimento del paese nonché la fuoriuscita dell’Italia da settori tecnologicamente importanti. Ed ha determinato l’assenza di politica industriale che altri paesi (Germania e Francia) hanno fatto consentendo loro di affrontare meglio la crisi.

    10) Il modello di capitalismo autoritario e corporativo del duo Tremonti-Marchionne è un tentativo di uscire da destra dalla crisi del liberismo. Esso si fonda sulla totale eliminazione della soggettività del lavoro e sulla sua assoluta subordinazione al capitale. Esso si contrasta con politiche pubbliche che si oppongano alle delocalizzazioni in nome del dumping sociale. Imprese che hanno avuto enormi risorse pubbliche non possono permettersi di ricattare lavoratori e cittadini contribuenti. Quindi una ripresa di forme (anche innovative) di controllo pubblico su settori strategici sono parte integrante sia di una politica industriale e di difesa dei diritti dei lavoratori. Accanto a ciò occorre introdurre forme di co-determinazione attiva di lavoratori e sindacati nelle grandi imprese, anche apportando modifiche al diritto di proprietà. Tutto ciò è all’interno della nostra Carta Costituzionale nonché delle esperienze dei modelli sociali più avanzati in Europa.

    11) Una gestione pubblica (caratterizzata dalla partecipazione attiva di lavoratori e utenti) si impone per i beni collettivi: acqua, reti energetiche e trasporti. Questi beni non sono merci ma veri e propri diritti di cittadinanza che vanno sottratti al mercato.

    12) Così come vanno sottratti al mercato i beni sociali (salute, istruzione, previdenza). Occorre, contro la teoria e prassi liberista, rilanciare e riqualificare il welfare adattandolo ai bisogni di una società in evoluzione. Salute, istruzione e previdenza devono rigorosamente stare al di fuori della logica del profitto privato. Si tratta anche qui di mantenere e rafforzare la gestione pubblica integrata dalla presenza del settore sociale no-profit. Comunque il sistema pubblico di welfare va rafforzato ed esteso. Va presa in considerazione (in una fase di alta disoccupazione) l’idea di un reddito di cittadinanza. Tale ampliamento del welfare dovrà essere finanziato dalla leva fiscale, mediante una imposta sui grandi patrimoni (è una proposta che è nel programma della SPD) e dalla tassazione delle rendite finanziarie (nonché da un incremento della lotta all’evasione fiscale). Il capitalismo liberista ha provocato un enorme spostamento del reddito dal lavoro ai profitti ed alle rendite. Queste ultime sono state particolarmente beneficiate dalla finanziarizzazione. Oggi gli stati in modo scellerato spendono risorse enormi per sostenere banche ed istituti finanziari che sono stati i responsabili del crack. Una operazione redistributiva sui patrimoni e le rendite è invece il tratto distintivo di una scelta alternativa.

    13) Il tema ambientale è elemento centrale di un progetto di socialismo del XXI Secolo. Giustizia sociale, emancipazione del lavoro e sviluppo compatibile con gli equilibri ecologici sono strettamente connessi. Investimenti e ricerca in tecnologie e materiali ecologicamente compatibili, e lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile sono tratti distintivi di un nuovo modello di sviluppo che valorizzi il lavoro e la conoscenza. Del resto, in Italia, sono stati due Socialisti come Lombardi e Ruffolo ad aver sottolineato (Lombardi fin dalla fine degli anni 70) la centralità dello sviluppo sostenibile. Non possiamo invece, come Socialisti, concordare con quel fondamentalismo ecologista antimoderno che si sostanzia nella teoria della “decrescita economica”. Noi siamo per una idea umanistica e rispettosa dell’ambiente dello sviluppo tecnologico, non certo per un ritorno di fatto a forme pre-industriali e pre-moderne di stili di vita.

    14) Una nota sull’attualità politica. C’è una evidente crisi del bipolarismo forzato. Il PD è parte di questa crisi. Se essa sposterà il PD ancora più al centro, SeL può veramente diventare (con l’apporto dei laboratori politici......Le Fabbriche di Nichi, Il Gruppo di Volpedo, La Lega dei Socialisti, Le ragioni del Socialismo e altre.....) il fulcro di una ricostruzione della sinistra. Se la crisi farà scoppiare le contraddizioni del PD con la fuoriuscita della sua anima moderata e postdemocristiana si apre una fase nuova. Si tratta di governare tale crisi del progetto PD per approdare , anche in forma federata, a quella sinistra popolare, Socialista e Democratica di cui si parlava.





    Cari Compagni, sconsigliamo vivamente di recitare tutta questa pappardella ai congressi di SeL. Abbiamo cercato di elencare i punti su cui si può focalizzare il dibattito. Ognuno sceglie di svilupparne alcuni. Crediamo che la cosa più importante da sottolineare è l’approdo al PSE (da non imporre certo con ultimatum – che fra l’altro non saremmo affatto in grado di imporre). Su questo crediamo si può raccogliere un consenso vasto.





    lunedì 6 settembre 2010

    ELEZIONI PROVINCIALI: E’ TEMPO DI PRIMARIE

    ELEZIONI PROVINCIALI: E’ TEMPO DI PRIMARIE !

    di Daniele Principi

    La fine dell’estate rende necessario riprendere il cammino in vista delle elezioni provinciali che si terranno nella prossima primavera.

    Nei mesi scorsi, Sinistra Ecologia Libertà aveva lanciato la proposta di un’ “Alleanza per il cambiamento” da contrapporre al centrodestra, per radicare nel territorio una nuova proposta politica, caratterizzata da due elementi legati tra loro.

    Il primo riguarda la convergenza programmatica.

    Basti pensare alle divisioni e contrapposizioni che attraversano entrambi gli schieramenti tradizionali per capire che occorre tornare a confrontarsi su questioni progettuali. Elenco alcuni dei temi:’accordo tra le Università di Macerata e Camerino, il ruolo della provincia nella lotta alla disoccupazione e al precariato, il problema dei rifiuti con la realizzazione della nuova discarica di Fosso Mabiglia a Cingoli e la viabilità, con il potenziamento della mobilità pubblica e l’accantonamento di interventi faraonici, inutilmente devastanti per il territorio.

    Il secondo punto su cui Sinistra Ecologia Liberta lancia una campagna di mobilitazione a partire dalle prossime settimane sono le PRIMARIE, per la scelta del candidato Presidente della provincia.

    Le primarie restano, per noi, l’elemento fondante su cui si deve basare la nuova Alleanza per il Cambiamento. Come hanno dimostrato a Macerata, le primarie sono un elemento di trasparenza e innovazione politica, che consentono alle elettrici e agli elettori di scegliere il candidato alla presidenza, sottraendolo agli accordi tra le segreterie dei partiti.

    E’ arrivato il momento, dunque di rimettersi in moto ed organizzare, entro dicembre, le PRIMARIE DEL CENTROSINISTRA.

    E' velleitario pensare che una nuova alleanza, in grado di battere le destre alle provinciali e alle elezioni nazionali che si stanno avvicinando con il crollo prematuro del governo Berlusconi, possa nascere a tavolino, partendo da qualcosa di parziale o da un alleanza che, unica in Italia, ha legato il PD all’UDC, rompendo con la sinistra.

    Noi crediamo invece che il cambiamento debba poggiare su basi inclusive e non possa avvenire limitandosi a rappresentare sensibilità parziali non sufficienti a dare risposte alle istanze di quei cittadini che oggi più che mai non si sentono rappresentati.

    Lo diciamo subito: siamo interessati a creare qualcosa di nuovo e formare una nuova classe dirigente della sinistra in grado di offrire buon governo al nostro territorio e che non sia la stanca ripetizione di accordi buoni per tutte le stagioni e tutte le alleanze.


    Daniele Principi

    Coordinatore Provinciale Macerata

    Sinistra Ecologia e Libertà






    sabato 14 agosto 2010

    Vendola: «Ci sarà il Garante chiesto da Pannella»

    Vendola: «Ci sarà il Garante chiesto da Pannella»

    BRINDISI, 14/08/2010 - «Il garante dei detenuti della Puglia sarà prestissimo una realtà». Il governatore Nichi Vendola ha rotto il silenzio e, in risposta all'appello di martedì scorso di Marco Pannella a Brindisi, ha preso l'impegno che molti auspicavano. «Nella prima riunione utile di settembre - ha dichiarato il presidente della regione - la Giunta proporrà la terna di candidati alla carica di Garante dei detenuti della Puglia così come previsto dalla legge regionale. L'affermazione di Nichi Vendola ha il sapore di una mano tesa verso i radicali e verso tutti coloro che in questi mesi avevano lavorato ai fianchi del governatore per spingerlo a mantenere la promessa. Particolarmente decisiva è stata la presenza del leader dei radicali lo scorso 10 agosto a Brindisi a margine dell'inaugurazione dell'associazione "Famiglie fratelli ristretti".

    Nel gremitissimo salone di rappresentanza di palazzo Nervegna Marco Pannella e Sergio D'Elia, segretario dell'associazione "Nessuno tocchi Caino" avevano snocciolato dati allarmanti sul sovraffollamento carcerario.




    sabato 7 agosto 2010

    Elezioni, D’Alema dice no a Vendola - La Spagna lo vuole !

    Elezioni, D’Alema dice no a Vendola - La Spagna lo vuole !
    massimodalema

    06/08/2010, Bari - Mentre si respira aria di voto anticipato. Ora che con la votazione sulla mozione di sfiducia, respinta, al sottosegretario Caliendo anche la Camera ad agosto chiude per ferie dando alla politica la possibilità di trasferirsi sotto più comodi e refrigeranti ombrelloni e sbollire le tensioni. Inevitabili, peraltro, dopo la fuoriuscita dal Pdl del gruppo dei finiani costituitisi in Futuro e Libertà che ha mandato, almeno alla Camera, il centrodestra in minoranza.

    (F.A.) - Non si ferma, invece, il dibattito sulla necessità o meno di andare alla fine anticipata della legislatura per tornare al voto anche a novembre. E di conseguenza riprende nel centrosinistra il tormentone sulle primarie, invocate dal presidnete della Regione Puglia, Nichi Vendola, per individuare il candidato presidente da opporre all’uscente Silvio Berlusconi.

    Quasi con singolare tempismo sono arrivate due dichiarazioni di opposto tenore. La prima, sintetica, del lider maximo, Massimo D’Alema del Pd, presidente del Copasir che in un’intervista a Rainews24 ha dichiarato: “Non credo che Vendola sia il leader adatto per guidare una coalizione di centrosinistra. Io - ha aggiunto - ne voterei un altro”. Alla domanda se il candidato possa essere il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini, D’Alema ha detto: Casini non è neppure candidato, queste sono dietrologie”. Dichiarazione che ha scatenato la reazione di SeL, il partito di Vendola. “Ma di cos’hanno paura - si chiede Claudio Fava, coordinatore della segreteria nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà - i segretari dei partiti del centrosinistra? In un Paese che marcisce e precipita, con una maggioranza in crisi verticale e le mafie al governo, l’unica questione che interroga e affligge Pd, Idv e via cantando è la candidatura di Nichi Vendola alle primarie. Una decina di sondaggi di diversa estrazione - ha aggiunto - danno Vendola vincente su tutti e come unico competitor in grado di affrontare Berlusconi: dovrebbe essere ragione per un encomio solenne. Invece è una guerra di comunicati, uno stillicidio di premesse e di distinguo”.

    Dalla Spagna di Zapatero, invece, viene un suggerimento. "Esiste un candidato capace di vincere contro il Cavaliere. Si chiama Nichi Vendola, governatore della Puglia". Si chiude con un 'respaldo' al leader di Sinistra e Liberta' un commento su El Pais, che invita la dirigenza attuale del PD a farsi da parte. “Il Pd – dice Miguel Mora - e' incapace di produrre un'alternativa data la complicita' dei suoi vecchi capi con la casta politica". Il quotidiano auspica, nel caso di elezioni anticipate, un evento impossibile: che i dirigenti del Pd facciano "harakiri politico e aprano la strada a una nuova generazione".



    domenica 25 luglio 2010

    Vendola: "Posso essere l'Obama bianco ho già spiazzato i cecchini dei dossier"

    Il Governatore pugliese e leader di SeL: spariglierò il centrosinistra. "D'Alema dice che ci sono politici - poeti migliori di me? Una cosa è sicura: i prosatori del Pd dovranno pur fare un rendiconto, visto che il loro genere letterario ha portato solo sconfitte.

    di GOFFREDO DE MARCHIS - http://www.repubblica.it
    Vendola: "Posso essere l'Obama bianco ho già spiazzato i cecchini dei dossier" Nichi Vendola.

    ROMA, 25 luglio 2010 - Se lo paragonano a Barack Obama, se lo chiamano l'Obama bianco, non si schermisce: "È una definizione sconfinatamente lusinghiera. Il presidente americano ha rappresentato la corsa di un outsider. Ha sparigliato nelle primarie, come vorrei fare anch'io, i giochi di palazzo del grande partito democratico. Ha usato un suo svantaggio apparentemente incolmabile, il fatto di essere nero, di venire da una certa periferia, capovolgendolo in un elemento di consenso". Nichi Vendola prende molto sul serio la sua candidatura a leader del centrosinistra. E non lo fa certo da solo. Per dire: mercoledì sera a Roma c'erano più di tremila persone sedute sul prato ad ascoltare il suo dibattito alla festa di Sinistra e Libertà.


    Presidente Vendola, perché ha lanciato la sfida così presto, "fuori contesto" dice Bersani? Non è anche un tradimento al mandato pugliese ottenuto appena 4 mesi fa?
    "Per me era importante rendere esplicita questa opzione che se posso dirlo non è solo una mia libera scelta, ma espressione di una connessione sentimentale con un popolo. Ed è un impegno che esalta il mio lavoro in Puglia. Il contrario di una fuga. Era anche importante farlo perché altrimenti una candidatura che cresceva nelle cose e nelle piazze ma che io non ufficializzavo mi esponeva a essere facile target per i cecchini. Mi sono fatto un po' le ossa e so che la lotta politica si può fare con i dossier, i gossip, la diffamazione. Una candidatura esplicita ridimensiona questi rischi. Oggi infatti renderebbe evidente il carattere strumentale di certi attacchi, come è successo nelle primarie pugliesi. Allora, il tentativo di coinvolgermi in un'inchiesta assurda incontrò una reazione straordinaria della gente".

    Sta dicendo che il centrosinistra potrebbe fare a lei quello che il Pdl ha fatto a Caldoro in Campania?
    "Io parlo della cattiva politica, che sta dappertutto. A sinistra e a destra".

    Non la spaventa la definizione di Obama bianco, che alcuni usano con sarcasmo?

    "Mi lusinga. Quando la politica diventa un incontro forte con la vita e con le sue domande allora si ha davvero la percezione che sia il campo dell'alternativa. È l'ingresso del principio speranza di Ernst Bloch, è l'utopia di Altiero Spinelli capace di immaginare al confino il manifesto del federalismo europeo. È uno sguardo sul futuro. Così è andata in America".

    Ma questa è l'Italia.
    "In Puglia ha funzionato, può funzionare in tutto il Paese. La Puglia è uno dei laboratori della destra, è il luogo del tatarellismo. Qui non ho sconfitto una destra qualunque, ma una politica con una classe dirigente qualificata".

    Cosa vuole dire quando parla di nuovo "racconto", di una diversa "narrazione"? D'Alema ironizza su queste suggestioni.

    "Non parlo di letteratura, non penso mica a Cesare Pavese. Vuole un esempio concreto?".

    Sì.
    "Quando una parte del Pd ipotizza che per battere Berlusconi si può fare un governo con Tremonti ferisce a morte la possibilità di uno sguardo autonomo, di un pensiero originale. Tremonti ha trasformato l'Italia in uno stato sudamericano, ne ha fatto uno dei Paesi più squilibrati socialmente e più ingiusti al mondo. Ma il ceto politico vive dentro il Palazzo e cerca le forme dell'estromissione del sovrano senza rendersi conto che il punto è mutare la cultura del regno".

    D'Alema dice che se la politica è poesia, beh ci sono poeti migliori di lei...

    "Una cosa è sicura: i prosatori del Pd dovranno pur fare un rendiconto di questi anni visto che il loro genere letterario ha portato solo sconfitte".

    L'unico ad aver battuto due volte Berlusconi è stato Prodi. Un personaggio molto diverso da lei, un moderato.
    "Prodi ha rovesciato alcuni modelli di lotta politica. A me piaceva il tono elevato del suo discorso antipopulista. Mi piaceva la costruzione di una leadership per strada rompendo l'autoreferenzialità del ceto politico. Per me è un esempio da guardare con molta attenzione. Ma non c'è un prototipo e l'idea che si vince solo giocando al centro è davvero fuori tempo e fuori contesto. Appartiene al cinismo che tanto affascina il Palazzo ma ha il difetto di partorire insuccessi a ripetizione. È l'espressione di una straordinaria inadeguatezza culturale".

    La Fiat dopo Pomigliano porta la fabbrica in Serbia. La sinistra ha reagito bene?

    "Marchionne è uno dei protagonisti della cattiva globalizzazione per cui si mettono in competizione 2 miliardi e mezzo di operai dei Paesi emergenti e 1 miliardo e mezzo di operai dei Paesi occidentali. Una competizione la cui logica conseguenza si chiama schiavismo. In forma moderna, ma schiavismo. La destra fa il suo mestiere: difende l'accordo di Pomigliano, esulta al Senato quando si licenziano i lavoratori di Termoli. Questo è il loro racconto. E quello della sinistra? Il Pd ha prodotto o imbarazzanti e imbarazzati silenzi su Pomigliano o delicati rimbrotti metodologici sul trasferimento in Serbia".

    Alla prima uscita da candidato ha definito eroe Carlo Giuliani mettendolo sullo stesso piano di Falcone e Borsellino. Un errore grave, no?
    "Per fortuna esiste Youtube, esiste il sito www.lafabbricadinichi.it. Si può vedere e toccare con mano. Non ho mai messo Giuliani sullo stesso piano di Falcone e Borsellino. Ma ricordare cos'è stato il luglio del 2001, la sospensione della democrazia che ci fu a Genova, mi pare doveroso. Le cricche dello squallore agirono anche alla Diaz e a Bolzaneto e appartengono alla storia verminosa e oscura di un potere violento. Si può dire questo o è vietato?".


    lunedì 19 luglio 2010

    Messaggio di Nichi Vendola per il congresso del PSI

    Care Compagne ,Cari Compagni,

    Sono sicuro che sentite anche voi come me crescere ogni giorno di più il bisogno di alternativa in questa nostra Italia di oggi.
    Il bisogno di una nuova moralità verso le istituzioni offese, di una nuova civiltà tra le persone a cui è stato tolto il rispetto, di una nuoca economia di fronte alla crisi globale che ci consegna, come in uno specchio rovesciato, gigantesche povertà da una parte e giganteschi arricchimenti dall’altra. E il bisogno di una nuova politica, che sia forma reale di democrazia, che spinga l’individuo ad uscire dall’angolo di quella “sola moltitudine” in cui ora si ritrova e lo faccia diventare popolo, soggetto protagonista del proprio umano destino. E una politica che produca governo della cosa pubblica, classe dirigente capace di assumere su di se il senso drammatico e grande della sfida.
    La sfida della dignità del lavoro produttore di ogni ricchezza “giusta”, dell’amore per la libertà fondata sul rispetto dell’altro, la sfida di una classe dirigente che attraverso la politica spezza e rovescia l’insensata corsa alla dissipazione delle mille narie risorse di questa sola terra che abbiamo.
    Dissipazione di futuro, di generazioni che verranno, dissipazione della bellezza di quel “vivere italiano” che le nostre madri e i nostri padri del sud e del nord, parlando dialetti diversi ma la stessa comune lingua del sudore e della fatica quotidiana, ci hanno fatto assaporare. Ecco perché mi piace pensare che il vostro congresso di oggii, il congresso dei Socialisti Italiani, abbia in comune con quello che Sinistra Ecologia Libertà terrà in autunno, una parola sopra tutto.
    Possiamo avere punti di vista, analisi, persino proposte diverse, come è giusto che sia tra forze diverse che forte, però, sentono il bisogno e il dovere di un comune spirito coalizionale.
    Ma se scaviamo insieme, se lavoriamo insieme, se costruiamo insieme, se arricchiamo insieme la parola “speranza”, se saremo capaci insieme di dare una speranza a questo nostro paese, allora troveremo un popolo che vorrà rimboccarsi le maniche e ricostruire. Mi sono rivolto a voi chiamandovi “compagni”non per riaprire polemiche che peraltro trovo stucchevoli. E non solo perché so che così si chiamano in ogni angolo del mondo quelle donne e quegli uomini che compongono la grande famiglia socialista, verso cui ho rispetto, curiosità e interesse, sentendomi certamente di farne parte.
    Vi ho chiamato “compagni” semplicemente perché è questa la parola dell’incontrarci per essere insieme in una stessa storia, dividendo lo stesso pane.
    Buon Lavoro e Buon Congresso

    Nichi Vendola

    martedì 6 luglio 2010

    COMUNICATO STAMPA - SeL Tolentino

    IN RISPOSTA AGLI ARTICOLI SOTTO RIPORTATI COMUNICATO STAMPA - SeL Tolentino

    Il Consiglio di Amministrazione dell’A.S.S.M., per bocca del Presidente Feliziani, ha esplicitato la sua impotenza motivandola con l’imminente scadenza del mandato; l'unica speranza a cui sembrerebbe aggrapparsi Feliziani, per evitare l'inevitabile, è che il decreto legge venga convertito con emendamenti e modifiche sostanziali tali da non pregiudicare il futuro dell’ASSM.

    Ma se il C.d.A dell’Azienda è preoccupato e contrario a questa ipotesi di privatizzazione perché non ha fatto ulteriori proposte dopo la bocciatura in Consiglio Comunale dell’unificazione dell’Azienda di Tolentino con quella di San Severino? forse qualcuno l'ha impedito? E se il mandato di dare una prospettiva ed un futuro alla gestione pubblica dell’ASSM era venuto meno perché il Consiglio di Amministrazione è rimasto al suo posto fino ad ora? Oppure era questo lo scopo perseguito da tutti i soggetti protagonisti,dal PD al PDL compreso lo stesso CdA?

    Il Consigliere Massi, che rappresenta la minoranza in Consiglio Comunale e quindi della proprietà, non ha avuto tentennamenti nel dichiarare le responsabilità del Governo Prodi sulla politica di privatizzazioni delle Aziende pubbliche e, come si deduce dalla dichiarazione alla stampa, sembra essere ancor più soddisfatto che il decreto Tremonti, in tempi rapidi, porti a compimento questo obiettivo. Ciò non stupisce posto che il partito in cui milita Massi, senza tanti scrupoli, sta portando avanti la privatizzazione dell’Acqua, che nel nostro caso è gestita dell’ASSM, privatizzazione contro cui il nostro movimento, insieme ad altre forze, ha raccolto le firme per un Referendum che consenta di mantenere la gestione pubblica.

    La maggioranza in Consiglio Comunale, nonché maggioranza della proprietà dell’ASSM , non deve spiegare niente ai Cittadini di Tolentino, agli utenti, ai dipendenti, sulle scelte fatte?

    Oppure anche voi non avete fatto alcuna scelta visto che per voi l'ha fatto il Governo Berlusconi?

    Sinistra Ecologia Libertà Tolentino - 05/07/2010


    Articoli Usciti Sul Corriere Adriatico il 4 Luglio 2010

    1) Una percorso che inizia nel 1906

    Tolentino L’Assm nasce, come Azienda speciale servizi municipalizzati del Comune di Tolentino, nel lontano anno 1906, appena dopo la promulgazione del Regio testo unico del 1904 che consentiva ai Comuni di creare proprie imprese cui affidare servizi di tipo industriale: nel suo caso, la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica, con il primo obiettivo di illuminare la città di Tolentino. Precedentemente il Comune, con ammirevole spirito pionieristico, aveva raggiunto un accordo con un concittadino privato proprietario di una centralina idroelettrica in modo da illuminare la piazza della città sostituendo i lampioni a gas con lampioni elettrici. Il primo in tutte le Marche fu acceso proprio in piazza della Libertà nel 1892.

    2) Assm, nessuno si muove

    Il presidente Feliziani prorogato di altri venti giorni. Massi attacca

    Tolentino L’allarme lanciato da Sinistra ecologia libertà sul futuro della municipalizzata Azienda specializzata settore multiservizi ha suscitato preoccupazione fra i cittadini. La manovra correttiva del Governo varata con decreto legge e in vigore dal 31 maggio scorso prevede, infatti, uno specifico divieto per i Comuni sotto i 30.000 abitanti di costituire società ed impone la liquidazione di quelle già esistenti o la cessione delle quote di partecipazione entro il 31 dicembre 2010. Il presidente dell’Assm, Sandro Feliziani, preferisce non rilasciare dichiarazioni essendo la sua carica in scadenza. Anzi, a dire il vero il mandato è scaduto pochi giorni fa, ma il sindaco lo ha prorogato di ulteriori venti giorni prima di procedere alla nomina del nuovo presidente e del nuovo consiglio di amministrazione. “Il decreto legge esiste e non lascia spazio a interpretazioni” ha detto Feliziani “anche se dovrà essere convertito in legge entro la fine di luglio. Ne abbiamo anche parlato nel consiglio di amministrazione, ma noi ormai siamo in scadenza. Non è da escludere, comunque, che nel percorso di conversione in legge possano intervenire emendamenti o modifiche sostanziali tali da non pregiudicare il futuro dell’Assm”. Nessun cenno di Feliziani sulla fusione con la municipalizzata di San Severino Marche, di cui era stato uno dei principali sostenitori, che oramai sembra definitivamente compromessa e che, alla luce dei recenti sviluppi legislativi, poteva essere un’ancora di salvezza. Non è dello stesso avviso il consigliere regionale e comunale del Pdl Francesco Massi. “La strategia di privatizzazione e liberalizzazione delle aziende pubbliche dei servizi locali è stata introdotta in questo Paese” ha affermato Massi “dal ministro di centrosinistra Linda Lanzillotta con la benedizione di Veltroni e Prodi. Si doveva prevedere da circa dieci anni che si sarebbe andati verso il tramonto delle aziende società per azioni interamente a capitale pubblico. A Tolentino solamente per motivi di pregiudiziale ideologica non si è voluto mai affrontare questo problema. La fusione Tolentino – San Severino” ha aggiunto Massi “non l’ho mai considerata la soluzione risolutiva proprio perché sarebbe una fusione fra piccole aziende, considerato il panorama del mercato nazionale e i nuovi scenari della concorrenza e della competizione per la gestione dei servizi. Le soluzioni migliori erano l’ingresso di un grande partner privato o l’alleanza con una grande società pubblica. Ora che tutto lo scenario cambia, Tolentino sarà costretta ad inseguire quando poteva essereleader. Rispetto a tutto ciò” ha concluso Massi “i giochetti del centrosinistra per ricollocare i propri personaggi fanno tenerezza”.

    Roberto Scorcella.

    domenica 4 luglio 2010

    Idee per una Nuova Sinistra

    Idee per una Nuova Sinistra

    di Felice Besostri*

    L'Italia rappresenta il ventre molle della sinistra in Europa, né la situazione migliora di molto comprendendo i consensi del PD, che ufficialmente è un partito di centro-sinistra. La sinistra, in tutte le sue varianti da quelle riformiste a quelle antagoniste è fuori dal Parlamento italiano e da quello europeo. Nelle stesse assemblee regionali è presente a macchia di leopardo e nelle regioni più ricche ha una presenza di testimonianza: senza listini del presidente e liste bloccate la presenza sarebbe ancora più ridotta. Se Sparta piange, Atene non ride: il PD in 2 anni ha perso quasi 5 milioni di elettori senza guadagnarne dal centro destra, che pure ha perso voti in assoluto. In conclusione il PD non si espande, come maggior partito di opposizione, grazie ai delusi dal governo e la sinistra non beneficia dei voti persi dal PD. Un vantaggio marginale è tratto da liste di protesta del tipo "grillini", ma è soprattutto l'astensione che guadagna, inesorabilmente elezione dopo elezione, frazioni crescenti dell'elettorato.

    La spiegazione è facile, anche se potrebbe essere ingiusta, né il PD né la sinistra, dai socialisti ai comunisti, passando da verdi e vendoliani, sono credibili agli occhi dei loro potenziali, molto potenziali, elettori. Sono degli incompresi, malgrado gli sforzi per mostrarsi innovativi: nel giro di 3 anni Costituente Socialista, Sinistra Arcobaleno, Sinistra e Libertà, Federazione della Sinistra, Sinistra Ecologia Libertà e soprattutto l'invenzione di portata mondiale, la seconda dopo l'Ulivo, il Partito Democratico. In questa situazione di attesa, che gli elettori siano finalmente illuminati, si dovrebbe avere meno presupponenza e maggiore umiltà, perché il percorso di costruire una sinistra con respiro europeo sarà lungo, difficile, contraddittorio e senza garanzie di successo.

    C'è, pertanto da rimanere quantomeno perplessi ( l'età media dei militanti di sinistra non consente loro, parafrasando Claire Bretécher, di essere totalmente indignati per più di un minuto) quando il compagno D'Alema appena eletto alla presidenza della FEPS ha dichiarato che bisogna andare oltre la socialdemocrazia. La motivazione è che i partiti socialdemocratici si erano convertiti alle suggestioni del mercato e all'ideologia del capitalismo nell'epoca della sua espansione planetaria: in altre parole avevano abbandonato la socialdemocrazia per la Third Way giddens-blariana e il Neue Mitte di Schröder. Guarda caso! si erano fatti affascinare dagli stessi modelli che avevano affascinato parte dei DS, la maggioranza, la stessa che si è sciolta nel PD. Dunque si dovrebbe semmai tornare alle origini delle socialdemocrazie e non andare" oltre", verso dove?.

    Privatizzazioni e liberalizzazioni, facendo finta che fossero la stessa cosa sono stati una bandiera della XIII legislatura: basta citarne una per tutte, quella della Telecom, che doveva creare una nuova classe capitalista. Il 1999 è stato l'apice di quella stagione: una tranquilla Unione Europea a 15, con 12 primi ministri socialdemocratici e Prodi, un'egemonia conquistata democraticamente il libere elezioni. Peccato che non si sia tradotta in una Nuova Idea d'Europa, più politica e più sociale, cioè più vicina alla gente, quella che nei referendum vota no alla Costituzione europea e non va a votare per il Parlamento Europeo. Non hanno fatto nulla di diverso di quello che hanno fatto tutti i governi, mettere l'interesse nazionale al primo posto, prima di quello dell'Europa e della maggioranza dei suoi abitanti: non è una contraddizione, le scelte governative dipendono sempre più da gruppi di pressione e di interessi organizzati, lobbies, cricche e furbetti del quartierino, capitani coraggiosi, che dalla necessità di soddisfare le aspettative di ampi strati della popolazione, che i mezzi di informazione di massa raramente pongono in primo piano.

    Nelle critiche alla socialdemocrazia, che in Italia hanno sempre avuto successo in epoche diverse, si fa confusione tra critiche alle politiche concrete dei partiti socialdemocratici al potere con l'ideologia socialista democratica: le politiche possono essere radicalmente rovesciate senza bisogno di mettere in discussione i fondamenti del socialismo democratico, anzi nella SPD e nel PSE la critica alla deriva liberista avviene all'insegna del ritorno ai fondamentali della socialdemocrazia:piena e buona occupazione, cioè centralità del lavoro. I rapporti tra partito socialdemocratico e sindacato sono sempre stati stretti, senza peraltro una chiara preminenza del partito a differenza del modello comunista, anzi con il problema opposto di una tutela sindacale sul partito, fortissima nel Labour Party fino alla riforma del 1993.

    Rimproverare alla socialdemocrazia lo statalismo, facendo un unico calderone con lo statalismo burocratico del comunismo sovietico, costituisce un segno in più dell'ignoranza delle differenti tradizioni socialdemocratiche, da quella belga a quella austriaca per esempio di associazionismo di base, ed il ogni caso equiparare uno Stato democratico ad uno burocratico-autoritario non consente di cogliere la loro radicale contrapposizione. La divisione tra socialismo democratico e comunismo nel XX° secolo si è fondata essenzialmente sulle opposte concezioni per la conquista e la gestione del potere. Più che l'idolatria dello Stato ha nuociuto alla socialdemocrazia la visione nazionale in un'epoca il cui il peso dello Stato è diminuito, poiché materialmente non in grado di affrontare e risolvere i problemi, vere e proprie sfide, posti dalla globalizzazione e dalla finanziarizzazione dell'economia.
    Contrapporre Stato e Mercato nel pensiero socialista democratico è un non senso, poiché è chiaro il rifiuto di un modello economico basato sulla collettivizzazione dei principali mezzi di produzione e sulla pianificazione centralizzata e autoritaria. Centrale è, invece la questione di quale Stato e di quale Mercato: uno Stato burocratico, clientelare e corrotto è altrettanto nefasto di un mercato totalmente sregolato e/o dominato da oligopoli. Stato e mercato sono istituzioni, che non sono in quanto tali ontologicamente contrapposte, semmai al centro va posta la questione Pubblico- Privato e la dimensione pubblica si può coniugare in una pluralità di modi, non necessariamente come statalismo. Cooperative, imprese no-profit, società di mutuo soccorso, in senso generale il cosiddetto Terzo Settore. Imprese pubbliche o società di capitali controllate da enti pubblici sono altre forme, di cui discutere in concreto e non in astratto: imprese pubbliche che servono al sottogoverno ed al finanziamento diretto o indiretto della politica non sono la stessa cosa di imprese pubbliche orientate a soddisfare interessi generali e/o quelli degli utenti di un servizio pubblico..

    L'articolo 41 della nostra Costituzione è una buona base dalla quale partire per delineare nelle situazione concrete i rapporti tra attività economica privata e libera e i fini sociali. I discorsi sull'andare "oltre" sono astratti ed ideologici se non si precisa non solo i quale direzione e con quali mezzi. Storicamente la sinistra è stata costituita da diversi filoni, spesso in contrapposizione tra loro, quella tra comunisti da un lato e socialisti o anarchici dall'altro anche violenta. Ora si tratta di trovare un loro superamento come sintesi armonica, più che come egemonia di una componente sulle altre.
    La nuova sinistra, come predica Edgar Morin deve essere socialista, comunista, libertaria e ambientalista. Se la contrapposizione principale nella sinistra del XX° secolo si è conclusa con la sconfitta del comunismo di tipo sovietico, il socialismo democratico non ha vinto, anzi ha conosciuto sconfitte elettorali, malgrado le quali resta comunque la principale , e in alcuni paesi l'unica, forza di progresso.

    Pensare che per rinnovarsi debba ispirarsi al PD italiano o a quello giapponese o al programma di Obama, come già a suo tempo avrebbe dovuto ispirarsi all'Ulivo e a Clinton, è ridicolo. Pare il frutto di una mentalità ben espressa dal provocatorio Monumento alla Vittoria di Bolzano con le colonne in forma di fasci littori e la scritta in latino che recita "da questi confini civilizzammo le genti". Per più volte i filoni di provenienza PCI con l' ideologia dell'oltrismo hanno perso l'occasione di ricongiungersi, anche in modo fortemente critico, con il socialismo democratico europeo dalla fondazione del PDS con Occhetto, alla formazione dei DS con D'Alema e Veltroni, con la stessa scissione di Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo.

    L'oltrismo è una specie di ancoraggio psicologico per evitare la deriva: Noi abbiamo perso, ma loro i socialdemocratici non hanno vinto! Piuttosto che socialisti democratici è meglio passare al liberismo, direttamente senza una pausa socialdemocratica.
    Una battuta a mo' di epitaffio: l'oltrismo come malattia senile del comunismo.


    *Felice Besostri è portavoce del Gruppo di Volpedo, associazione di circoli Socialisti e Libertari del Nord Ovest

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